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Banche: riforma delle Popolari sospesa dal Consiglio di Stato. Bocciatura grave per il governo Renzi

Renzi e il ministro Padoan
Renzi e il ministro Padoan

MILANO – Il Consiglio di Stato ha accolto in parte il ricorso presentato da alcuni soci che impugnava le disposizioni  attuative della circolare di Bankitalia relativa alla legge sulle  banche popolari, sospendendone alcune parti, in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale. Con un’ordinanza, il Consiglio di Stato accoglie interinalmente, in parte, l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende parzialmente, con le sentenze appellate, l’efficacia dell’impugnata circolare della Banca d’Italia n. 285 del  17 dicembre 2013. Il Consiglio di Stato rinvia per l’ulteriore trattazione della presente fase cautelare incidentale ad una camera di consiglio da fissarsi all’esito della pronuncia della Corte costituzionale sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate con separata ordinanza, si legge ancora nell’ordinanza. Il provvedimento viene letto come una bocciatura del governo Renzi.

A fare ricorso al Consiglio di Stato, dopo una precedente decisione del Tar, sono alcuni soci che agiscono contro Banca d”Italia e nei confronti di una serie di Banche Popolari al centro del processo di trasformazione in Spa. Gli appelli proposti sono stati riuniti in un unico giudizio di fronte alla VI sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Ermanno De Francisco. Il nodo della questione posta dai ricorrenti riguarda, in particolare, il diritto di recesso e le relative misure previste nella decreto di riforma, che vengono rinviate al vaglio di legittimità della Corte Costituzionale, e nella circolare della Banca d”Italia, la 285 del 2013 aggiornata nel 2015 dopo la
riforma varata dal governo, che viene sospesa.

La norma, il decreto legge 3 del 2015, prevede che una volta che l’assemblea della popolare abbia deciso la trasformazione in
spa, il diritto al rimborso delle azioni al socio che eserciti il recesso non sia soltanto differito entro limiti temporali predeterminati e con la previsione di un interesse corrispettivo – come spiega l”ordinanza del Consiglio di Stato – ma possa essere “limitato, anche con la possibilità, quindi, di escluderlo tout court. Inoltre alla Banca d’Italia si attribuisce il potere di disciplinare le modalità di tale
esclusione e questo potere viene attribuito anche in deroga a norme di legge, con conseguente attribuzione all’Istituto di vigilanza di un potere di delegificazione in bianco, senza la previa e puntuale indicazione, da parte del legislatore, delle norme legislative che possano essere derogate e, altresì, in ambiti verosimilmente coperti da riserva di legge.

banche popolari, consiglio di stato, Governo Renzi

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