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Borse: Milano, nessuno scossone (-0,21%) a Piazza affari, spread a 167

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MILANO – Al termine di una giornata movimentata non si registra nessun temuto scossone a Piazza Affari all’indomani della vittoria del No al referendum e dell’annuncio delle dimissioni del premier Matteo Renzi. L’indice principale Ftse Mib, al termine di una seduta volatile e dopo un passaggio anche in territorio positivo, ha chiuso in calo dello 0,21% a 17.050 punti. La sconfitta del Sì era già stata in parte scontata dal mercato nelle ultime settimane e gli investitori avevano già fatto effettuato alcuni aggiustamenti alle proprie posizioni. Toniche le altre Borse europee, con Francoforte balzata dell’1,63% e Parigi dell’1% mentre a New York l’indice Dow Jones ha aggiornato i nuovi massimi storici. A soffrire dell’incertezza politica sono state però le banche che continuano a restare le sorvegliate speciali a Piazza Affari, con il mercato che ora teme per il successo del piano di rafforzamento patrimoniale del Monte dei Paschi. Proprio in attesa di capire gli sviluppi politici dell’esito del voto, slitta infatti di 3-4 giorni la decisione delle banche del consorzio di garanzia sulla firma del contratto per l’avvio dell’aumento di capitale. Tra le blue chip milanesi, maglia nera a Bpm (-7,91%) e al Banco Popolare (-7,44%), seguiti da Mediobanca (-4,24%), Mps (-4,21%) e Unicredit (-3,36%). La ricapitalizzazione di Mps diventa più sfidante, l’incertezza riduce l’incentivo dei potenziali anchor investor a partecipare, hanno commentato gli analisti di Equita Sim. Sul settore ha pesato anche la decisione del Consiglio di Stato che venerdì ha accolto parzialmente il ricorso di alcuni soci e di alcune associazioni dei consumatori contro il regolamento di Bankitalia che disciplina la riforma delle popolari sulla trasformazione in Spa.Seduta in controtendenza per Fca (+4,58%), Buzzi (+4,42%) Saipem (+3,89%) e Cnh (+3,79%).

SPREAD – Il rendimento del Btp decennale ha chiuso in area 2,0% e quello del Bund tedesco allo 0,33%, lo spread è rimasto stabile a 167 punti. Si è persino ristretto lo spread tra il debito pubblico tricolore e quello spagnolo che nei giorni precedenti al referendum aveva raggiunto anche i 60 punti, oggi si viaggiava a 46.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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