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Monte Paschi: allo studio emissione di 15 miliardi di bond, piano industriale, crediti deteriorati

MILANO  – Per Mps, dopo la fuga dei depositi delle scorse settimane, la priorità resta la liquidità. Rocca Salimbeni, forte del via libera dell’Ue allo scudo dello Stato, si prepara ad affrontare le prime settimane del nuovo anno con una road map più o meno chiara. Il primo passaggio è quello dell”emissione di 15 miliardi di bond con l’obiettivo di riportare nel 2017 l’istituto ai livelli di cassa di fine 2015. I tempi non sono ancora definiti ma, passate le festività, la banca certamente piazzerà questo mese il primo dei prestiti obbligazionari. Un secondo poi sarà a febbraio.

Altro nodo, non di poco conto, è il nuovo piano industriale che sarà riscritto in paio di mesi, ossia entro marzo e con una bozza pronta entro la fine di gennaio. La strada è stretta anche perché le nuove linee strategiche dovranno passare attraverso le maglie del negoziato con Bruxelles a cui spetterà, peraltro, l’ultima parola sull”intervento dello Stato.

Solo a questo punto potrà aprirsi l’ombrello della ricapitalizzazione precauzionale con il Tesoro pronto a diventare, secondo lo schema, azionista della banca al 70% con un investimento nell”ordine di 6,6 miliardi. Il presupposto è che lo Stato resti nel Monte per un tempo limitato. Ovvero lo stretto necessario per far ripartire nelle migliori condizioni la macchina permettendo all’istituto di tornare appetibile sul mercato. Arrivati a questo punto saranno stati anche definiti i margini dell’aumento di capitale. Non è detto che lieviti agli 8,8 miliardi indicati di recente dalla Bce. D’altro canto quella di Francoforte non è una prescrizione ultimativa. Potrebbero, infatti, esserci margini di flessibilità proprio con un nuovo piano di ristrutturazione.

C’è poi il fronte dei crediti deteriorati. La cessione dei 27,7 miliardi di sofferenze è tutta di ripensare. Sulle tranche senior nella cartolarizzazione ci si potrebbe anche avvalere della Gacs (la garanzia pubblica). La banca senese dovrà comunque liberarsi degli npl seguendo una strada diversa da quella tramontata insieme al piano di salvataggio sul mercato. I vertici di Mps hanno avviato da subito lo studio di varie alternative. Il ceo, Marco Morelli ha indicato tra le strade percorribili la svalutazione, il mantenimento in portafoglio, la cessione ed anche la separazione attraverso un veicolo della banca.

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