Fiorentina, i “peccati” di Montella nel derby

“E’ stata probabilmente la sconfitta più amara”. Negli spogliatoi del Dall’Ara Vincenzo Montella aveva l’aria del pugile non ancora ko – altrimenti non si sarebbe adirato per qualche legittima domanda dei cronisti – ma reduce da tanti colpi presi e ancora con la guardia altissima. Un po’ stordito, insomma.
D’altra parte la Fiorentina della ripresa era apparsa troppo brutta per essere vera. Mal di trasferta? Assoluta incapacità a gestire il vantaggio come era già successo a Parma e Catania? Pizarro-dipendenza? Tutte teorie lecite ma resta il grande dubbio di come la squadra nell’intervallo possa aver subìto una simile metamorfosi negativa.
Ai vari Savic, Borja Valero e Aquilani – tutti autori di un ottimo primo tempo – si è improvvisamente spenta la luce. Ed è proprio a centrocampo che la Fiorentina non ha più retto: il problema è che Montella l’ha capito troppo tardi. Un cambio serviva, era chiaro a tutti: quando è finalmente entrato Sissoko ha finito per essere travolto dal marasma generale.
E così all’allenatore viola domenica si ripresenta subio il dubbio se tornare al vecchio modulo (il 3-5-2) o insistere con il tridente puro nonostante la squalifica di Cuadrado, l’unico assieme a Pizarro a non avere un clone in rosa. Di sicuro contro il Chievo deve però essere data ancora fiducia a Ljajic: il serbo ha il piede caldo e pare finalmente godere anche della fiducia dei compagni.
Se toccherà a Toni tornare tra i titolari, Jovetic tornerà a giostare lontano dalla porta ma vista l’impalpabile prestazione nel derby, l’impressione è che la squadra non perda poi granchè. A patto però che se gli capiterà una palla come quella di ieri – difficile se abbia sbagliato il gol più clamoroso lui o Cuadrado – stavolta Lucagol la butti dentro: il momento è delicato e l’esperienza in certi casi aiuta.