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Quel 2 aprile del ’70, quando Mozart suonò a Firenze

Ritratto di Wolfgang Amadeus Mozart a quattordici anni di Pompeo Batoni
Ritratto di Wolfgang Amadeus Mozart a quattordici anni di Pompeo Batoni

Fa un certo effetto, percorrere il lungo viale alberato fino al Poggio Imperiale, varcare la soglia dell’antica villa medicea e pensare che in una di quelle sale, talune oggi di gusto prettamente settecentesco, un dì vi suonò niente di meno che Wolfgang Amadeus Mozart. Accadde il 2 aprile 1770, regnante Pietro Leopoldo di Lorena. All’epoca Mozart aveva 14 anni ed era accompagnato da suo padre Ledopold. Partito in carrozza da Bologna col padre che, memore dell’apprezzamento mostrato per il fanciullo da Pietro Leopoldo alla corte imperiale asburgica nel 1762 e nel 1769, sperava di trovargli una sistemazione professionale a Firenze, Mozart la sera del 30 marzo 1770 entrò in città dalla Porta di San Gallo, nell’attuale Piazza della Libertà, percorse Via Larga (oggi Via Cavour) e Via Martelli e prese alloggio all’Aquila Nera, all’epoca il più importante albergo della zona all’angolo tra le attuali Via Cerretani e Piazza dell’Olio.
Per un raffreddore causato da una tempesta di pioggia subita in Appennino, il giovanissimo Mozart poté recarsi dal Granduca solo il 1° aprile. Pietro Leopoldo lo accolse con grande cordialità e fissò per il giorno successivo un concerto, o meglio un’accademia, come si usava definire allora tali esibizioni, presso la villa di Poggio Imperiale, residenza estiva dei granduchi, alla presenza di numerosi notabili fiorentini. Mozart suonò il cembalo accompagnato al violino dal celebre livornese Pietro Nardini, primo violinista di corte, eseguendo alcune sonate di Luigi Boccherini. Alla serata era presente anche il marchese Pierre-Eugène-François de Ligniville, ministro delle poste, sovrintendente musicale del granducato, appassionato dello stile contrappuntistico più ermetico; il nobiluomo volle mettere Wolfgang alla prova, sottoponendogli complicati enigmi compositivi che il ragazzo però risolse con abilità.
In una lettera che il padre di W. A. Mozart spedì alla moglie il 3 aprile 1770, Leopold Mozart scrisse: “Ieri sera, il 2, siamo stati condotti in carrozza nel castello fuori città, e vi siamo rimasti fino alle 10. Le cose sono andate come al solito e la meraviglia è stata tanto più grande in quanto Sua Ecc. il Marchese Ligneville (che è sovrintendente alla musica) è il miglior contrappuntista d`Italia, e ha quindi proposto al Wolfg. le fughe più difficili e gli ha sottoposto i temi più difficili, che il Wolfg. ha suonato ed eseguito come se si trattasse di bere un bicchier d`acqua”. E riferendosi alla città che li ospitava aggiunse: “Sono molto dispiaciuto che dobbiamo partire già venerdì prossimo alla volta di Roma. Vorrei che tu potessi vedere Firenze, i suoi dintorni e la posizione di questa città, diresti che è qui che si deve vivere e morire. In questi pochi giorni vedrò tutto quello che c`è da vedere”.
A quel concerto assistette anche Thomas Linley, musicista inglese coetaneo di Mozart, nonché precoce e promettente quanto lui. Vedendolo suonare, Linley rimase così estasiato da Mozart, che il giorno della sua partenza per Roma, il 6 aprile, gli dedicò un sonetto:

Da poi che il Fato t`ha da me diviso,
Io non fò che seguirti col pensiero
Ed in pianto cangiai la gioia e il riso;
Ma in mezzo al pianto rivederti io spero.

Quella dolce armonia di Paradiso
che a un estasi d`amor mi apri il sentiero
Mi risuona nel cuor, e d`improviso
Mi porta in cielo a contemplare il vero.

Oh lieto giorno! o fortunato istante
in cui ti vidi e attonito ascoltai,
E della tue virtù divenni amante.

Voglian gli Dei che dal tuo cuor giammai
Non mi departa: Io ti amerò costante.
Emul di tua virtude ognor mi avrai.

In segno di sincera stima
ed affetto
Tommaso Linley

Per ricordare l’anniversario del concerto di Mozart a Firenze, domani alle 18 nella chiesa di San Firenze (ingresso 7/5 euro) nell’omonima piazza, l’Istituto Clemente Terni organizza un concerto dal titolo “Musica per l’anniversario del concerto di Mozart a Firenze” con Luigi Cozzolino (violino) e Mara Fanelli (clavicembalo), musiche di Corelli, Geminiani, Boccherini, Vivaldi; il concerto sarà introdotto dalla musicologa Donatella Righini.


Marco Ferri


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