Crisi, due famiglie su tre sono più povere

FIRENZE – Con il perdurare della crisi le famiglie italiane hanno ridefinito i parametri reddituali con i quali individuare le fasce di povertà: mediamente sotto i 1.350 euro percepiti mensilmente, una famiglia può essere considerata povera, passando dai 1.200 euro di chi vive da solo ai 1.450 euro di nuclei familiari composti da due o più percettori di reddito con tre o più componenti. Sono queste le rilevazioni effettuate dall’Osservatorio mensile maggio 2013 Ipsos-Findomestic (leggi qui il rapporto completo).
Il reddito minimo necessario per sentirsi nella media è stimato invece in 2.100 euro al mese. Per chi vive solo e deve quindi sostenere spese solo per se stesso la soglia non supera i 1.650 euro, mentre sale a 2.250 euro per le famiglie composte da 3 o più componenti e da altrettanti percettori di reddito.
Rispetto a cinque anni fa, ovvero prima della crisi, più di 2 famiglie su 3 (ben il 68%) ritengono di essere diventate più povere, mentre solo il 4 per cento è riuscito a migliorare la propria situazione economica. Non si intravedono grossi miglioramenti se si pensa ai prossimi 5 anni: il 40 per cento degli intervistati ritiene che la situazione sarà stabile, un altro 40 per cento è invece più pessimista, prevedendo un ulteriore impoverimento.
