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Mostre, da Donatello a Lippi il ‘400 a Prato

Mostra sullo splendore del '400 a Prato
Mostra sullo splendore del ‘400 a Prato

FIRENZE – Lo splendore del Quattrocento a Prato in una mostra. Il capoluogo laniero riafferma così il suo cruciale ruolo di città d’arte, messo in ombra dalle vicende economico-sociali degli ultimi decenni neri per l’industria tessile.

Il 14 settembre inaugurerà gli spazi di Palazzo Pretorio appena restaurato (dopo 15 anni di chiusura), una mostra che ha richiamato opere dai maggiori musei italiani e internazionali. 70 capolavori di maestri quali Donatello, Filippo e Filippino Lippi, Paolo Uccello, Fra Diamante che proprio a Prato tra il 1430 e il 1460 sperimentarono un innovativo linguaggio espressivo che fu alla base della Rinascenza.

Intitolata «Da Donatello a Lippi. Officina Pratese», l’importante esposizione, frutto di due anni di lavoro, è stata curata da Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli. A promuoverla, il Comune di Prato in collaborazione con la Soprintendenza di Firenze, Pistoia e Prato. Un investimento intorno a 1,2 milioni di euro che punta a coinvolgere l’intera cittadinanza, compresa la rilevante componente cinese, nonché i numerosi turisti italiani e stranieri in visita in Toscana.

Palazzo Pretorio di Prato restaurato e dove si terrà la mostra sul '400
Palazzo Pretorio di Prato restaurato e dove si terrà la mostra sul ‘400

Concesse eccezionalmente in prestito dai maggiori musei di mezzo mondo (fra cui l’Ashmolean Museum di Oxford, la National Gallery di Londra, la Johnson Collection di Philadelphia, il Musee des Beaux-Arts di Strasburgo), le opere ricostruiranno il clima dei decenni centrali del XV secolo, quando l’arte pratese si sviluppò intorno al culto della Sacra Cintola della Madonna, reliquia arrivata a Prato nel 1141. Una devozione cittadina che portò alla costruzione della cattedrale sull’impianto della pieve di Santo Stefano, culminata con la realizzazione del pulpito esterno ad opera di Michelozzo e Donatello. E mentre frate Filippo Lippi iniziava gli affreschi della cappella (interrotti per lo scandalo della sua relazione con suor Lucrezia, da cui nacque il figlio Filippino), prendeva corpo quel laboratorio di ricerca espressiva da cui sarebbe scaturito il Rinascimento fiorentino.

Arte, mostra


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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