Nessuna sospensione della pena a Provenzano
In data 16 giugno abbiamo dichiarato che «Prontamente informati dai lanci di agenzia delle condizioni ormai gravissime di Bernardo Provenzano, altrettanto prontamente ribattiamo che siamo contenti che il boss – pezzo da 90 di “Cosa Nostra” – possa essere stato portato in ospedale dove gli saranno prodigate tutte le cure del caso per la sua brutta febbre intestinale . Così come siamo contenti che sia stata chiesta l’autorizzazione ai parenti per alimentarlo con sonda gastrica.
Cosa non comprendiamo sono invece due cose.
1) cosa c’entra il regime di detenzione di 41 bis al quale sarebbe vergognoso sottoporlo visto che sta male, se non perchè tolto a lui, a Bernardo Provenzano in punto di morte , poi il 41 bis venga tolto anche a Giuseppe Graviano che freme sul fronte della sua carcerazione? E questo si che è vergognoso. È vergognosissima questa intenzione che processiamo fortemente perché Bernardo Provenzano è in ospedale curato e stracurato non a 41 bis, regime che si vuole abolire proprio attraverso le presunte sofferenze di Provenzano.
2) Insistiamo , e lo sottolineiamo, spesso abbiamo trovato ospedali dove ai pronti soccorsi non era neppure possibile trovare chi ti praticava terapie d’urgenza, altro che chiedere ai parenti se le nostre vittime dovevano morire o vivere.
Ci si accontenti una buona volta delle amorevoli cure a cui lo Stato come una amorevole madre sottopone Bernardo Provenzano in punto di morte , renda l’anima a Dio il boia di via dei Georgofili e Dio sia il suo giudice. Noi pregheremo perché non gli apra le porte dell’inferno a cui ha sottoposto i nostri familiari».
A questa nostra dichiarazione ha risposto l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale di Provenzano:
(…) desidero sottolineare che la incondizionata e sincera comprensione della sofferenza dei parenti e delle Vittime di tutte le stragi di mafia, non mi esime dall’esprimere la non condivisione dell’affermazione che spesso si indirizzano verso le richieste che, come difensore, formulo nell’interesse di Provenzano. Non solo reputo “vergognoso” e lo ripeto, che sia mantenuto il 41 bis a un soggetto incapace di intendere, oltre che gravemente malato, a reputo altrettanto inaccettabile che si faccia ironia per chiunque, compreso Provenzano, si trovi in punto di morte. L’esistenza del regime di 41 bis non trova fondamento (o, almeno, non dovrebbe) nel desiderio di vendetta, estranea alla nostra cultura giuridica, ma risponde ad una esigenza di prevenzione e tutela dell’ordine pubblico. Solo così e per questo, si tollera un “doppio canale detentivo”, che discrimina i cittadini italiani, costituzionalmente uguali davanti alla Legge. Se, come nel caso di Provenzano, la perdita di capacità cognitiva è tale da aver consentito la sospensione dei processi, non si capisce più quale funzione di tutela preventiva stia a svolgere il 41 bis. Il soggetto “incapace” è, proprio per questo, privo di ogni “pericolosità” ed ha perso qualsiasi attitudine a “mandare ordini” all’esterno del carcere, verso una struttura associativa che non ha, certamente, necessità di farsi “comandare” da un “vegetale”. Né mi pare accettabile che Lo Stato, dovendo rispondere solo alla Costituzione democratica, lasci permanere tale illegittimo regime differenziato, ormai inutile (e costoso). Comprendo quanto sia difficile e impopolare assumere la decisione di lasciar morire Provenzano “senza vetro”, ma voglio credere che chi amministra Giustizia e ricopra cariche istituzionali non riconosca interlocutori diversi dalla Legge. Condivido la censura sella sig.ra Maggiani Chelli verso l’inefficienza della nostra Sanità, ma gradirei tanto, come Cattolica, che almeno verso Dio non si levino inviti ad “aprire porte” che solo Lui può decidere di aprire o chiudere.Chiediamo ancora una volta fortemente che il boss Bernardo Provenzano, reo della strage di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993 a Firenze, sia lasciato per tutta la durata della sua attuale malattia in ospedale, in una camera sterile adatta alle infezioni in atto che affliggono il criminale appartenente a “cosa nostra”. Chiediamo anche non sia concessa a Bernardo Provenzano , come richiesto, la sospensione della pena per il massacro di bambini e ragazzi effettuato su suo ordine a Firenze la notte del 27 Maggio 1993.