Il fisco irrompe in banca, è tardi per chiudere il conto

Da ieri 24 giugno per banche, uffici postali, società di assicurazione e finanziarie  è scattato l’obbligo di trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi a tutti i movimenti effettuati nel 2011 su conti correnti, conti deposito titoli, carte di credito e debito, cassette di sicurezza, buoni fruttiferi, fondi pensioni e compravendita oro e preziosi. Il trasferimento dei dati – che sarà completato entro il 31 ottobre – avverrà attraverso il sistema denominato Sid (Sistema di Interscambio Dati), che dovrebbe assicurare un’assoluta tutela della privacy. Come già segnalato nell’articolo «Segreto bancario: ultimo atto» (Firenzepost del 1/4/2013), lo scopo è quello di creare un’enorme banca dati a cui il fisco attingerà per poter mettere in evidenza agevolmente le posizioni dei contribuenti a rischio evasione, i cui movimenti finanziari si discostano notevolmente da quanto dichiarato.

La banca dati accumulerà via via i dati sensibili su tutti i conti:  entro il 31 ottobre le aziende del settore finanziario dovranno comunicare i dati relativi al 2011,  ed entro il 31 marzo 2014 quelli del 2012.  Azzerato così l’arretrato si andrà a regime. Successivamente entro il 20 aprile di ogni anno saranno comunicati i dati dell’anno precedente, che resteranno a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per 6 anni.

Inutile dunque correre a chiudere i propri conti correnti, pensando di aggirare il sistema.  I giochi sono ormai fatti perché i dati degli anni 2011,  2012 e metà 2013 saranno  comunque consegnati all’ Agenzia delle Entrate.

Unico dubbio ancora non sciolto riguarda i conti correnti scudati, per i quali l’Agenzia   per il momento non ha emesso una circolare esplicativa sulla loro eventuale trasmissione.

Nella presentazione del nuovo sistema Attilio Befera,  direttore  centrale di Agenzia delle Entrate,  ha ribadito  la assoluta sicurezza del sistema di interscambio dei dati, a garanzia della privacy.  Non sono per ora però  definiti i criteri con cui  verranno elaborati questi dati per fornire le liste selettive di contribuenti  a maggiore rischio di evasione.  In particolare il totale e la diversa natura delle uscite (assegni, carte, bancomat) potrebbero essere combinati con le tabelle  Istat di presunzione di spesa,  utilizzate dal nuovo redditometro,  mettendo a nudo il profilo soggettivo delle spese, anche in assenza di sospetta evasione.

La creazione di questa banca dati risulterà  quindi essere un intervento molto incisivo, che segna  la fine  del  segreto bancario in Italia. Ma persino la Svizzera, da sempre roccaforte inespugnabile del segreto bancario, sta ora  trattando con gli Stati Uniti per uno scambio di informazioni sui depositi effettuati negli istituti di credito elvetici.  Con l’Unione Europea  sono in corso trattative da anni, che coinvolgono anche  Austria e Lussemburgo e si parla di sciogliere ogni  riserva  dal 2015.

Fisco


Piero Corradini


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