Ciao Stefano, grande attaccante e grande uomo

Quando, 5 anni fa, venne a Firenze nel giorno di un’amichevole organizzata per raccogliere fondi contro la Sla, la tremenda malattia che lo aveva colpito, si commosse una città intera. Ed effettivamente vedere da vicino Stefano Borgonovo, capace com’era di muovere solo gli occhi, faceva un certo effetto.

Ma nonostante il terribile destino, l’ex attaccante anche della Fiorentina scomparso ieri a 49 anni non aveva smesso di lottare, continuando a parlare attraverso un simulatore cui affidava ogni suo pensiero: alla fine la Stronza, come la chiamava lui, lo ha piegato ma Stefano si è arreso a testa alta. Anzi, altissima.

Non a caso quando si è diffusa la notizia tutto il mondo del calcio ha idealmente rivolto un pensiero alla famgilia – alla moglie Chantal in primis che lo ha assistito fino in fondo. E Firenze è stata avvolta da un’aria strana, quasi come se ne fosse andato un illustre concittadino. “Firenze – ha detto un po’ per tutti il sindaco Renzi attraverso il suo profilo Facebook – piange Stefano Borgonovo. Con lui se ne va un amico, un campione, un fiorino d’oro, ma soprattutto un grande Uomo. Un abbraccio a Chantal, Andrea, Alessandra, Benedetta e Gaia”. Vale a dire appunto la sua compagna di tutta la vita e i quattro figli.

A stretto giro di posta sono arrivati tanti ricordi e tante belle parole di tutti quelli che lo avevano conosciuto da calciatore e anche ex compagni in viola come Massimo Orlando che sul suo profilo Twitter ha scritto: “Abbiamo condiviso lo spogliatoio e la casa per quasi due anni.. intelligente simpatico e molto ironico così ti voglio ricordare.. ciao amico mio mi mancherai..”.

Parlando da tifoso più che da fresco ex viola, Emiliano Viviano, invece, ha postato su Facebook la foto di un’esultanza di Stefano con la maglia della Fiorentina, corredata da poche sentite parole. “Ciao Stefano, voglio ricordarti così”… E mentre la Nazionale ha giocato con il lutto il braccio contro la Spagna in Confederations Cup – complimenti alla Fifa per la celerità con cui ha accettato -, in effetti è così che piace ricordarlo anche a noi.

Soprattutto per quel gol decisivo in un mitico 4-3 dei viola contro l’Inter dei record allenata da Giovanni Trapattoni. Era il 1989: mentre festeggiava gli occhi di Stefano brillavano della stessa luce di quando tornò al Franchi quasi 20 anni dopo, nonostante quella sera Roberto Baggio spingesse la carrozzina di un uomo profondamente malato ma quanto mai combattivo. Ciao Stefano…


Massimiliano Mugnaini

Giornalista

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