Ecomafie, allarme cemento illegale e traffico di animali

FIRENZE – La Toscana è una regione crocevia dei traffici illeciti delle ecomafie nazionali. Lo evidenza il Rapporto sull’Ecomafia 2013 di Legambiente. Risulta al sesto posto nella classifica dell’illegalità ambientale, salendo, rispetto allo scorso anno, in negativo. L’allarme è scattato da tempo.
«Se da un lato questa regione è terra di passaggio delle mafie, sono altrettanto forti i dati relativi alle infrazioni accertate, alle denunce e agli arresti. Questo significa che le forze dell’ordine fanno bene il loro mestiere. Ma il dato assolutamente allarmante è relativo al ciclo del cemento» ha spiegato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana. Cemento illegale, 474 infrazioni accertate, 622 persone denunciate e 20 sequestri effettuati: il capitale illecito finisce nell’edilizia, nelle sale da gioco, nella grande distribuzione, nelle ditte aggiudicatrici di appalti e nell’indotto subappalti.
Altro dato che fa riflettere è quello relativo al traffico di animali e di fauna selvatica. «Dietro a questo fenomeno c’è la camorra» rivela Ferruzza. 568 infrazioni, 419 denunce, 146 sequestri ed una persona arrestata. Molto si può fare, secondo Legambiente, per migliorare la normativa vigente. «Ci auguriamo che questa sia la legislatura in cui il reato ambientale venga finalmente inserito nel codice penale -ha concluso Ferruzza- perché non è possibile che, tranne la lodevole eccezione per il traffico illecito dei rifiuti, già nel codice penale, tutti gli altri delitti ambientali siano puniti con una semplice contravvenzione. E’ una vergogna del nostro Paese che deve essere sanata quanto prima».
Ed il magistrato della Dda della Procura di Firenze Ettore Squillace Greco ha ricordato che «dalla Toscana partono traffici illegali di rifiuti, verso il Nordafrica e verso l’Oriente; così come qui si svolgono cicli di smaltimento illeciti di rifiuti chimici industriali. Tutto questo succede in questa regione, non in Campania». I delitti ambientali producono profitti ingenti e le mafie sono molto interessate a questo tipo di reati. Squillace Greco ha aggiunto che «serve un’azione di contrasto alla criminalità organizzata nel settore ambientale, ma per farlo occorre rivedere e riformare una normativa di ambito che è poco garantista, poco efficace e spesso elaborata sull’onda di interessi elettorali. Questo riordino volendolo fare, richiederebbe appena sei mesi».
