Qui Caucaso, Italia-Armenia minuto per minuto davanti alla tv

DILIJAN (Armenia) – Qui lo sport nazionale sono gli scacchi, tanto popolare da essere materia obbligatoria a scuola. Ma il calcio è universale ed anche in Armenia si tifa guardando la partita. Stasera è di scena la sfida contro l’Italia, valevole per le qualificazioni ai prossimi mondiali di Brasile 2014.
Dilijan, 15mila abitanti, nel cuore di uno splendido parco nazionale armeno. Più a nord c’é la Georgia, a ovest la Turchia. Ha come soprannomi «la Svizzera d’Armenia» e «il paradiso» ed un gemellaggio con Udine. Per strada l’elettricità non c’è, solo qualche edificio fa luce anche all’esterno.
All’interno dell’albergo gli ospiti si ritirano man mano nelle camere: con la soddisfazione di inservienti e personale che possono prendere possesso dell’ampia sala d’ingresso. C’é una piccola televisione attaccata al muro.
Suonano gli inni nazionali, su quello di Mameli siamo solo in due ad alzarci in piedi. Senza vederli, ci sentiamo tutti gli occhi addosso. Chiude il ristorante, riconosco i camerieri anche se ora indossano golfini colorati.

Quinto minuto, Armenia in gol. Tutti in piedi. Un grido, tutto rivolto a me: «Armenia good!». Sorrido, affabile. Difficile fare diversamente. «Va bene così» sembra dire la mia faccia; ma già vedo materializzarsi la figuraccia internazionale. L’Italia é molle sulle gambe e rischia lo 0-2.
Arriva il portiere dell’albergo, ancora in divisa. In campo, Insigne sembra finalmente ricordarsi che gioca nella sua città e l’Italia diventa pericolosa. Arriva quello che sembra il direttore dell’albergo. Si fuma e molto. I divieti qui non esistono. L’armeno é lingua inaccessibile, così come il suo alfabeto di 39 lettere. Ma capisco bene quando pronunciano i nomi di Balotelli e Buffon, che non vedono in campo.
Squilla il telefono della reception, nessuno sembra volersi allontanare per rispondere. Ecco l’1-1, gol di Florenzi: questo non lo conoscono. Il secondo tempo si accende quando entra Balotelli, accolto dai «buuu» del mio pubblico caucasico. Io rido, loro di più. Nel frattempo resto solo a difendere i colori azzurri.
Ecco il colpo di testa del numero 7, Mkhitaryan, («no! di nuovo!»), traversa, gol, é l’1-2. Grida per l’Armenia e gridolini per l’ospite. Ma sarà proprio Mario Balotelli a venirmi in aiuto, insaccando il pallone del nuovo e definitivo pareggio. Italia-Armenia 2-2. Niente scacco matto, per stasera.
