Strozzina, i territori instabili della contemporaneità

FIRENZE – Al Centro di Cultura Contemporanea della Strozzina presso Palazzo Strozzi si è inaugurato un nuovo evento. Si chiama Territori instabili. Confini e identià nell’arte contemporanea. La mostra intende analizzare come il concetto di identità, di confine e territorio sia raccontato attraverso i linguaggi dell’arte, i video, le foto, le installazioni, la ricerca documentaria, il viaggio.
Il territorio come spazio geografico e politico è lo spazio degli Stati Nazionali, ma anche dei popoli senza nazione, dei migranti, di quelli alla ricerca di un’identità. I territori hanno talvolta confini ideali, politici, geografici. I confini dei territori, come la cronaca e la storia ci trasmettono, sono spesso violati, i limiti posti dai muri degli edifici a protezione dell’intimità o dei diritti del singolo sono oltrepassati, infranti. La percezione del limite, del confine, del territorio circoscritto, dell’appartenenza, dell’identità subisce continue trasformazioni e interpretazioni. Così l’instabilità e l’incertezza indeboliscono e annientano concetti fondamentali per l’umanità come quello di identità. La società si scopre quindi “senza confini”, un’entità ibridata da contaminazioni linguistiche, culturali, sociali. I conflitti etnici, politici ed economici attraversano e tentano di cancellare le identità e al tempo stesso ne creano di nuove. Il territorio conserva le tracce dei passaggi e si trasforma per divenire metafora della società della globalizzazione. Un territorio/spazio globale e condiviso.
Sono gli artisti che spesso hanno la capacità e la volontà di esplorare e analizzare le contraddizioni della società e riproporre con il linguaggio del sentimento, della provocazione, della rivolta le molte realtà a cui partecipano o di cui sono testimoni. Così per gli artisti chiamati a partecipare alla mostra di Palazzo Strozzi come l’israeliana Sigalit Landau, il barsiliano Pauolo Nazareth, il francese di origine algerina, Kader Attia, il giapponese Tadashi Kawamata, Olivier Ressler, Zanny Begg, gli italiani Paolo Cirio e il duo The Cool Couple ( Niccolò Benetton e Simone Santilli), e ancora Adam Broomberg e Olivier Chanarin, Richard Ractliffe e l’irlandese Richard Mosse. Una mostra che fornisce molti spunti di riflessione. Al tempo stesso poetica, politica e etica.
La mostra, a cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori, sarà a Palazzo Strozzi fino al 19 gennaio 2014.
