Micoperi: «Costa Concordia via dal Giglio prima dell’estate 2014»

FIRENZE – «La Costa Concordia via dall’isola del Giglio prima dell’estate 2014, ma tutto dipende da Costa Crociere». La conferma viene dall’ingegner Silvio Bartolotti, presidente di Micoperi, la società italiana che, in consorzio con la Titan Salvage americana, è impegnata nel recupero della nave incagliata davanti a Giglio Porto da quel maledetto 13 gennaio 2012. Sua la paternità del «parbuckling», che in settembre ha rimesso in posizione verticale la nave. Ma servirà un’altra operazione di altissima ingegneria per farla rigalleggiare e rimuoverla.

Bartolotti è stato ieri tra gli ospiti d’onore alla Scuola Militare Aeronautica «Giulio Douhet» di Firenze, nel giorno della consegna degli spadini, simbolo di appartenenza all’istituto, ai giovanissimi allievi del 1° corso. Al termine della cerimonia ha espresso la propria soddisfazione al comandante dell’Istituto, colonnello Claudio Icardi, offrendosi anche di svolgere un ruolo di «mentoring» nei confronti degli allievi della Douhet e diminuire così la distanza tra scuola e mondo del lavoro.
A margine dell’evento, l’ingegner Bartolotti (68 anni ed un inconfondibile accento romagnolo) acconsente di rispondere ad alcune domande di FirenzePost sulla situazione della Concordia.
Saranno rispettati i tempi per la rimozione?
«Dipende tutto dalla compagnia Costa Crociere. I lavori sono sospesi, per l’inverno, fino alla primavera prossima e ancora non è stata definita la data per la ripresa. Che sia il 1° marzo o il 1° di aprile cambiano soltanto i tempi di esecuzione. Noi abbiamo previsto ancora altri tre mesi di lavori, quindi si dovrebbe riuscire prima dell’estate. Però è sempre un lavoro, in cui un progetto non è mai fine a se stesso. È un’attività completamente nuova, che non è progettabile perché ogni azione va affrontata singolarmente con tutte le sue problematiche. L’impegno è quello di portarla via prima dell’estate».
Sono terminati i lavori di ancoraggio per l’inverno?
«Certamente, è la cosiddetta winterizzazione, l’invernizzazione per dirla in italiano. La nave è completamente salda al fondale. Non ci saranno problemi di alcun genere».
C’è il rischio che acque reflue all’interno del relitto possano fuoriuscire durante le mareggiate invernali?
«No assolutamente. Prima di tutto perché non ci sono più acque reflue. Quelle che c’erano sono state rimosse. Oggi c’è l’acqua del mare che circola dall’interno all’esterno con tutta tranquillità. Si continuano comunque a compiere costanti controlli sulla qualità delle acque, ma non c’è assolutamente nessun problema».
Siete consapevoli che state facendo la storia nell’ambito dei recuperi navali?
«Assolutamente sì. Non ci sono strumenti al mondo in grado di poter rimuovere centomila tonnellate, se non una buona ingegneria e lo sviluppo di una metodologia assolutamente innovativa. L’abbiamo dimostrato sino ad ora e continueremo a dimostrarlo con le fasi successive».
Come è venuto fuori il progetto di raddrizzarla?
«L’ingegneria è stata sviluppata sulla base della nostra esperienza nel settore marino. Quando si è pensato di portar via la nave intera, si è pensato a raddrizzarla. Non ci potevano essere altri metodi. Poi il sistema delle piattaforme, in cui siamo specializzati, è stata un’associazione di idee: tra piattaforme che vengono dismesse in mare e piattaforme che potevano essere messe sotto, così da impedire che la nave scivolasse in fondo al mare».
La rimuoverete voi la nave?
«Il nostro incarico è quella di farla rigalleggiare, e di rimorchiarla dove ci dice la compagnia di assicurazioni. Se cambiano le metodologie di trasporto o di destinazione non è un compito nostro ma è una decisione di Costa Crociere e della compagna assicurativa».
Nessuna indicazione su dove verrà rimorchiata?
«Se devo dire la verità, vorrei saperlo anch’io».
(Ha collaborato Massimiliano Mantiloni)
