Concordia, Ambrosio: «La rotta era su una carta nautica non adeguata»
GROSSETO – «La carta nautica su cui era segnata la rotta per l’accostata al Giglio non era adeguata, c’era segnato il passaggio a 0.5 miglia dall’isola, ma era insufficiente, è una carta generica, non è particolareggiata» ha detto Ciro Ambrosio, primo ufficiale in plancia la sera del naufragio della Costa Concordia rispondendo al difensore di Francesco Schettino, avvocato Donato Laino, come testimone del processo di Grosseto. L’adeguatezza o meno delle carte di bordo è tra i motivi di discussione del processo.
Ambrosio ha anche detto che sulla carta «alcuni punti furono cancellati dopo l’impatto con gli scogli per avere una carta nautica chiara: riportando i punti nave c’era un pasticcio di punti e dopo l’impatto la carta ci serviva per vedere se dare fondo alle ancore e dove sarebbe andata la nave». I punti nave venivano presi dalla coindagata Silvia Coronica, altro ufficiale di plancia.
Siparietto in aula, ripreso dal presidente del collegio Giovanni Puliatti, tra la difesa di Schettino e il testimone Ambrosio.
«Lei si è reso conto che andavate verso l’isola e perché dopo il way point (punto di virata per l’accostata al Giglio circa un miglio e mezzo prima dell’isola) non ha detto al comandante ‘Stiamo andando sull’isola’?» ha domandato il difensore, avvocato Donato Laino.
E Ambrosio: «Certo che si stava andando verso l’isola, lo sapevamo, ce l’aveva ordinato il comandante, tutti sapevano».
«E lei se ne è accorto che la prua se ne stava andando verso l’isola?» ha insistito ancora il difensore.
«E certo che è così -ha risposto Ambrosio- con la prua si va, di poppa si ormeggia». A questo punto Puliatti ha richiamato entrambi a un confronto più sereno.