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Furti in appartamento: il derubato dà fastidio

Parte della refurtiva recuperata
Refurtiva recuperata dopo alcuni colpi in appartamento

I furti in appartamento sono più che raddoppiati rispetto a dieci anni addietro. Anche nei primi sei mesi del 2013 si osserva un incremento notevole rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.  A questa tendenza non sfugge la Toscana: qui, il primo semestre del 2013 ha registrato una crescita del 23,3%, mentre il dato generale evidenzia che nella regione in un anno  vengono  commessi  437,8 di questi reati ogni 100.000 abitanti. Si tratta di elementi diffusi dal Centro studi «Transcrime» dell’Università Cattolica,  che li ha elaborati sulla base di cifre del Ministero dell’ Interno.

IL DISINTERESSE DELLA POLITICA. La notizia ha avuto ampio risalto su organi di stampa a diffusione nazionale. Segno evidente che sull’argomento inizia ad emergere una sensibilità diffusa e generalizzata, adeguata alla gravità della problematica. Non altrettanto si può constatare a livello politico ed istituzionale, dove sono ben altre le priorità che assorbono i principali protagonisti, assai più impegnati a reperire le risorse per mantenere inalterati gli equilibri del sistema, piuttosto che ad affrontare i problemi che affliggono la popolazione. Quando va bene l’esigenza di sicurezza è declamata, più che concretamente presa in esame. Il nuovo segretario del principale partito di governo non l’ha nemmeno considerata tra le questioni da affrontare con urgenza.

LO STATO SI RITIRA? In cosa può sperare il cittadino che vorrebbe essere tutelato?  Sicuramente nella competenza e nell’impegno di prefetti e forze dell’ ordine. Meno nei risultati della loro comunque meritoria attività, troppo condizionata da fattori e dinamiche da altri determinate. La certezza della pena è un’ipotesi sempre più astratta. Non si profilano iniziative legislative in qualche modo orientate a contenere i dilaganti fenomeni predatori. Mentre in sede periferica ci si affanna a tamponare le sempre più numerose situazioni di emergenza e di disagio, non si avverte invece l’esistenza di alcuna strategia di respiro generale. Arrangiamoci insomma con i sindaci, con i gruppi di vicinato, con i sistemi di allarme. Lo Stato, pur avendo la sua primaria ragione di esistere nella difesa della comunità, dà insomma l’impressione di arretrare.

CHI REMA CONTRO. Apprezziamo pertanto  il fatto che il furto in abitazione abbia finalmente conquistato alcune prestigiose prime pagine e non sia più relegato, quando va bene, nelle cronache locali.  Siamo anche consapevoli che si tratta peraltro di  un rilievo che suscita fastidio: una certa ideologia tuttora preminente e condizionante definisce securitaria (forse per nostalgia dell’ aggettivo reazionaria, non più aderente ad alcuna odierna realtà) ogni propensione al rispetto ed all’ applicazione della legge. Del resto in tanti salotti buoni della nostra cultura la stessa proprietà, per i più con riferimento a quella degli altri, era o non era un furto?

DERUBATI VERI, NON IMMAGINARI. Non è forse in ossequio a questo humus, che tuttora pervade gli ambienti ove si formano le (in)decisioni politiche, che oggi si preferisce sostenere che a non quadrare sia la sicurezza percepita? Diversamente la sicurezza realmente garantita sarebbe soddisfacente. Ci pare invece che di veramente percepito vi sia il notevole e crescente danno dei derubati ed il timore di tanti che avvertono il fondato pericolo di diventarlo.

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