Fiorentina, Matri esplode subito: 0-3 a Catania
CATANIA – Profumo di Champions. Dotata di nuovo di una punta vera, Alessandro Matri, bravo e opportunista, la Fiorentina «asfalta» il vecchio Cibali di Catania e riduce a due punti il distacco dal Napoli, bloccato a Bologna sul 2-2 per una doppietta (provvidenziale) di Rolando Bianchi .
La domenica Viola è inebriata da un dominio assoluto, una marcia incontrastata e divertente. Perfino per chi la deve subire. Non è un caso che siano gli stessi tifosi siciliani, imbelviti con l’attuale patron Pulvirenti, a sottolineare con ammirati “olè” la manovra della Fiorentina. Che ha un solo rimpianto: lo zero a zero di domenica scorsa a Torino proprio per la mancanza di una punta vera. Ma è acqua passata. Questa è una Fiorentina bella, autoritaria, implacabile. Quasi senza sbavature. Anche per demerito di un Catania inconsistente, ovvio. Ma a Montella va il merito di aver indovinato la partita con un 4-3-3 devastante. Che talvolta si è trasformato in 4-3-2-1: con Cuadrado e Vargas al fianco di Matri, ma pronti anche a rentrare. Proprio Matri è il grande protagonista della giornata, sia pure restando in campo solo un tempo. Perché in vantaggio di tre gol dopo 45’, Montella ha voluto pensare alla partita di Coppa Italia con il Siena, fissata per giovedì prossimo.
Ma sono stati sufficienti 45’ per chiudere il discorso. Viola troppo forti. Devastanti. Con un Pizarro tornato a grandissimi livelli. Imitato da un Pasqual che mette il suo piede per favorire tutti e tre i gol. La corsa verso la Champions continua e si fa addirittura inebriante. Sarà dura, certo, ma una Fiorentina così autorizza a sognare.
In effetti, fin dall’inizio, gli occhi sono incollati su Matri, nuova punta e nuova speranza viola. Opposto alla difesa catanese che si conferma fra le peggiori del campionato. Applausi per Montella, che i tifosi di qui non hanno dimenticato. Ma applausi anche per l’allenatore Maran, tornato sulla panchina etnea dopo l’esonero di De Canio. Maran Soffre l’emozione e i 20 gradi del mite inverno siciliano: si toglie la giacca e resta in camicia bianca. L’arbitro lo costringe a rimetterla per evitare di confonderlo con la candida maglia dei giocatori della Fiorentina.
L’avvio non è esaltante. Il Catania cerca di essere aggressivo. I viola contengono e ripartono ma non riescono a prendere il pallino del gioco come, per esempio, domenica scorsa a Torino. Matri appare isolato e spaesato, là davanti. Fa fatica a entrare in sintonia con compagni d squadra che si conoscono a menadito e non riescono a trovarlo con facilità. Ma al 25’ proprio Matri riceve al limite dell’area, tocca indietro per Mati Fernandez che prende bene la mira e infila Frison con un bel pallone che s’infila alla sinistra del portiere.
Fiorentina in cattedra. Tanto che tre minuti dopo raddoppia. Pasqual va via sulla sinistra, mette al centro dove Matri arriva con perfetta scelta di tempo mettendo dentro con la disinvoltura dell’attaccante esperto, capace di sfruttare ogni occasione. E questo è il segnale che Montella aspettava: senza Pepito Rossi e con Mario Gomez ancora non pronto al rientro, in attacco spunta questo ragazzo voglioso di riscattare gli ultimi sei mesi bui passati in rossonero a Milano. Del resto, Matri è uno che sa fare gol. Segnava anche nella Juve, quando Conte lo mandava in campo. Lui soffriva a non giocare, a vedersi preferire Quagliarella e compagni. Da qui l’appannamento e la cessione al Milan.
Ma questo sembra un Matri rigenerato, molto motivato. Come la Fiorentina che, intorno al 40’, sfiora il terzo gol con un’incursione in area di Pasqual, che però conclude troppo alto. Ma il nuovo sigillo è solo rimandato di qualche istante. Pasqual imperversa ancora, mette in moto Mati Fernandez che spara a rete, Frison respinge e Matri, davanti alla porta, è implacabile. Tre a zero e secondo gol di Alessandro, sorriso a spaccabocca e morale alle stelle. Abbracci e pacche sulle spalle fra i viola. Una gioia che contrasta con l’umore color pece dei tifosi siciliani che ricoprono il Catania di fischi alla fine del primo tempo. Delusione comprensibile. Ma bisogna anche tener conto che la Fiorentina, dopo venti minuti di studio, è poi andata avanti come un rullo compressore. Grazie anche allo stoccatore ritrovato. Che però non rientra in campo nel secondo tempo. Motivo? Un lieve indolenzimento e, soprattutto, un po’ d’affaticamento. Probabilmente Montella lo vuole risparmiare anche per la sfida secca di Coppia Italia, giovedì, contro il Siena. Entra Matos. Fuori anche Tomovic, sofferente. Lo sostituisce Roncaglia.
La prima nota della ripresa è l’ammonizione di Gonzalo Rodriguez. Che sarà squalificato e salterà la partita con il Genoa. Poi resta a terra Matos, colpito anche da una scarpata alla testa di Spolli. Che si scusa, magari un po’ tardivamente. La Fiorentina insiste e sfiora il 4-0 su punizione di Mati Fernandez che colpisce in pieno l’incrocio dei pali. Poi è sempre monologo dei viola. Che alla fine accolgono con un urlo di giubilo la notizia del pareggio del Napoli a Bologna. Ora sono solo due punti dal sogno Champions.
FORMAZIONI E PAGELLE
CATANIA: Frison 5,5; Rolin 5,5 (dal 1 st Leto, 6); Biraghi 6; Bellusci 6; Spolli 5; Barrientos 5,5; Izco 5; Plasil 5; Bergessio 5; Castro 5 (dal 28’ st Keko); Rinaudo 5 (dal 34’ st Guarente). All.: Maran 5.
FIORENTINA: Neto 6; Tomovic 6 (dal 1’ st Roncaglia 6); Gonzalo Rodriguez 6,5; Savic 6; Pasqual 7; Pizarro 7,5; Mati Fernandez 7; Borja Valero 6,5 (dal 27’ st Ambrosini 6); Cuadrado 6; Matri 7 (dal 1’ st Matos 6); Vargas 6 5. All.: Montella 7
Arbitro: Banti di Livorno, 6.
Marcatori: al 25’ Mati Fernandez, al 28’ e al 41’ Matri.
Ammoniti: Gonzalo Rodriguez, Rinaudo, Barrientos.