Toscana, Rossi convertito: «No ai fanatici antirenziani»
FIRENZE – «No al fanatismo antirenziano», scrive Enrico Rossi, presidente della Regione, sul suo blog. E sembra un modo, per un ex avversario di Matteo come lo è stato lui, di mettersi sotto l’ala protettiva del segretario-premier in un momento di bufera. Perché oggi il governatore ha subìto due colpi duri. Il primo gliel’ha rifilato il professor Tomaso Montanari: lo storico dell’arte, fiorentino che insegna all’università Federico II di Napoli, considerato vicino al mondo della sinistra, ha rifiutato di fare l’assessore in Toscana. Rossi gli aveva offerto l’intero pacchetto di deleghe che aveva la dimissionata Cristina Scaletti: cultura, commercio e turismo. Un renziano doc, Nicola Danti, portavoce del Pd voluto domenica dal neo segretario regionale Dario Parrini, l’ha attaccato: «Montanari è contro il Pd: non lo vogliamo». E lui ne ha approfittato per togliere il disturbo in anticipo.
Il secondo colpo contro Rossi, politicamente più robusto, è stato sparato da Monica Sgherri, capogruppo di Sinistra e Verdi in Consiglio regionale: «Se non viene riportato in giunta il nostro assessore, Salvatore Allocca, usciremo dalla maggioranza e voteremo contro il rimpasto di giunta…».
Forse è per questo che Rossi ha ribadito quanto era apparso chiaro lunedì, quando ha annunciato i cambiamenti nel governo regionale: una manovra ispirata da Renzi. Infatti ha sottolineato: «Il riordino della mia giunta con nuovi assessori e nuove deleghe è dipeso certamente dalla necessità di aiutare Matteo, segretario del mio partito e incaricato premier del Paese, a risolvere i problemi del Comune di Firenze, nominando Stefania Saccardi vicepresidente, lasciando a Dario Nardella il ruolo di vicesindaco reggente e candidato sindaco». E ancora: «Non c’e’ nulla di male in questa operazione che, a pensarci bene sarebbe stato giusto e doveroso fare anche se Renzi non fosse stato segretario del mio stesso partito, ma soltanto leader del mio schieramento. Per quale ragione infatti non si sarebbe dovuto aiutare il sindaco della citta’ capoluogo della Toscana nel momento in cui assume la massima carica di governo del Paese? Nessuna: solo il fanatismo antirenziano può offuscare questa verità elementare».
E ora? La minaccia della Sgherri di uscire dalla maggioranza non sembra in grado di provocare scossoni in Regione perchè gli altri due consiglieri della sinistra (Paolo Marini e Mauro Romanelli) sarebbero intenzionati a restare fedeli a Rossi. Più difficile, invece, trovare un assessore per cultura, turismo e commercio che possa rispondere alle aspettative di cambiamento di Rossi e, contemporaneamente, soddisfi i renziani e la sinistra arrabbiata per la cacciata di Allocca. Ma è probabile che il governatore possa ripiegare su una soluzione non politica: un nome concertato con le categorie economiche (Confesercenti e Confcommercio) che non parevano entusiaste della scelta di Montanari.