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Toscana, caos 118 e concorso-scandalo per le farmacie: l’assessore sulla brace

Ritarda ancora l'apertura di 131 nuove farmacie in Toscana
La burocrazia regionale ritarda da oltre 3 anni l’apertura di 131 nuove farmacie in Toscana

L’sms  che  mi appare sul cellulare, firmato da Luigi Marroni, assessore regionale alla sanità,  è di quelli che fanno stropicciare gli occhi. Leggo: «Il ritardo del concorso nell’apertura delle 131 nuove farmacie  è  dovuto solo alla legge nazionale, molto complessa. Noi abbiamo fatto la graduatoria provvisoria e stiamo procedendo alle verifiche formali…  Comunque sappi che la Toscana è allineata alle Regioni migliori».

L'assessore Luigi Marroni
L’assessore Luigi Marroni

Sorprendente? No, si tratta della conferma che la denuncia di FirenzePost  è andata a segno. Domenica scorsa, grazie alla collaborazione di Gianluca Lazzeri, abbiamo dato notizia del concorsone-scandalo che, dal 2011 (tre anni),  tiene in sospeso 3.272 farmacisti, in gran parte giovani, che aspettano di diventare titolari, in Toscana, di 131 negozi distinti dalla croce luminosa.  Ossia nuove farmacia capaci di ridurre il disagio di migliaia di abitanti di frazioni nemmeno tanto piccole, che aspettano di poter comprare aspirine e antibiotici vicino a casa, senza dover fare chilometri.  Fin dai primi attimi successivi alla pubblicazione abbiamo scoperto che c’era tanta attesa di sapere. Anche perché la vicenda era stata opportunamente velata da un riserbo poco opportuno, visto che si tratta di una selezione pubblica.

La conclusione dell’sms prima dei saluti? Eccola: “La graduatoria provvisoria non può essere rivelata perché soggetta a cambiamenti. Servono verifiche sui titoli dei partecipanti al concorso. Ma fra un paio di mesi si pubblica tutto…”. Una conclusione, se vogliamo, sconcertante. Perché un concorso regionale, riservato a laureati, deve durare quasi tre anni e mezzo?  E come fa, caro assessore, a dire che la Toscana è “fra le regioni migliori” se non riesce a snellire una burocrazia ossessiva e oppressiva?

Ma forse Marroni non s’accorge del problema perché impaniato in un’altra vicenda ormai oltre i confini dell’assurdo. Il Consiglio regionale, su proposta di alcuni consiglieri del Pd – partito al quale  l’assessore fa riferimento, anche se si professa tecnico e non politico – ha bocciato lo spostamento della centrale del 118 da Prato a Firenze. Scelta figlia della riorganizzazione del servizio di emergenza che Marroni, evidentemente, non riesce a gestire. Prima voleva ridurre le centrale del 118 da 12 (una per Asl) a 3. Poi a una sola. Quindi, attaccato da sindaci e segretari di federazioni piddine, decise di affidare il problema a una commissione: che salomonicamente decise di lasciarne sei. Accorpando, fra l’altro, Prato con Firenze. Ora lo stop dell’Aula.

Stefano Mugnai
Stefano Mugnai

Con Stefano Mugnai, vicepresidente della commissione sanità,  che parla di solenne bocciatura per l’assessore e per il governatore, Enrico Rossi. Tutto qui? E’ molto. Ma esiste un problema ancora più grande: il blocco del piano sanitario, la legge di riferimento per le delibere che fanno spendere  6 miliardi e mezzo di euro l’anno destinati alla cura e all’assistenza di tre milioni e mezzo di toscani. Piano bloccato anche dalla dichiarazione d’illegittimità del collegio regionale di garanzia, presieduto dal professor Stefano Merlini.  Il Pd è spaccatissimo. Morale? Non è più fuoco sotto la cenere: sono braci ardenti sulle quali Marroni  cammina, in giunta e  in Aula. Cioè sempre: salvo si consola spedendo sms per far sapere di essere fra i migliori d’Italia.

 

118, farmacia, piano sanitario


Sandro Bennucci

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