Firenze, ecco la giunta Nardella: 5 uomini e 5 donne (anche Nicoletta Mantovani, vedova Pavarotti)
FIRENZE – A poche ore dal momento in cui, ultimate tutte le procedure burocratico-amministrative, è stato ufficialmente nominato sindaco, Dario Nardella ha presentato alla stampa la lista dei suoi assessori. Vicesindaco è Cristina Giachi, assessore uscente della giunta Renzi. Complessivamente sono 5 gli uomini e 5 le donne che formano la Giunta Nardella. C’è anche Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti. Col sindaco sono dunque 11 persone, alle quali si aggiungono, formalmente nominati per la prima volta 4 «consiglieri del sindaco»: Stefano Boeri (Cultura e Grandi Eventi), Fabrizio Landi (Economia), Alessandro Petretto (Finanza Pubblica) e l’ex procuratore capo della Repubblica a Firenze Giuseppe Quattrocchi (Legalità e Sicurezza).
I NOMI DELLA GIUNTA: – Dario Nardella: sindaco con deleghe a Cultura, Polizia Municipale, Sicurezza, Sevizi Demografici– Cristina Giachi (ex assessore all’Istruzione con Renzi sindaco): vicesindaco con deleghe all’Educazione, Scuola e Università – Giovanni Bettarini (ex sindaco di Borgo San Lorenzo): Sviluppo economico, Città metropolitana e Turismo – Alessia Bettini (capo dello staff di Nardella in campagna elettorale): Ambiente, Igiene, Decoro – Sara Funaro (nipote del sindaco dell’alluvione, Piero Bargellini): Sociale, Welfare e Casa – Federico Gianassi (segretario del Pd fiorentino): Lavoro, Semplificazione amministrativa, Organizzazione del personale – Stefano Giorgetti (ex assessore ai Trasporti in Provincia): Lavori Pubblici, Viabilità, Trasporto Pubblico Locale – Nicoletta Mantovani (vedova di Luciano Pavarotti ed ex assessore nella giunta Delbono a Bologna): Relazioni Internazionali – Elisabetta «Titta» Meucci (già assessore con Renzi all’Urbanistica): Urbanistica – Lorenzo Perra (direttore Ato Centro per i Rifiuti in Toscana): Bilancio, Partecipate, Fondi europei, Innovazione – Andrea Vannucci (già consigliere comunale, ora rieletto): Sport
TUTTI A SAN MINIATO La prima riunione di Giunta? Nardella l’ha convocata per dopodomani, 6 giugno, davanti a San Miniato al Monte. Un atto simbolico perché, ha detto il sindaco, «guarderemo Firenze da lassù: è così che dobbiamo pensarla». L’ esecutivo di colui che fu il vice di Matteo Renzi sarà infatti, ha spiegato il primo cittadino, all’insegna dell’umiltà, «saremo i primi per responsabilità verso i fiorentini e gli ultimi per privilegi», a cominciare, ha dichiarato, da lui stesso, malgrado i 111 mila voti di preferenza dei fiorentini. Anche perché l’ex parlamentare fiorentino del Pd non ama «i fuochi d’artificio: non li faremo. Gli unici fuochi che piacciono ai fiorentini sono quelli di San Giovanni». Ecco quindi che i neo-assessori dovranno «stare in Palazzo Vecchio il meno possibile, per stare di più in mezzo alla gente», dato che «nella precedente legislatura abbiamo sbloccato Firenze, ora Firenze va semplificata». Anche quest’anno, come in passato, Nardella si recherà alle partite del Calcio storico e, alla domanda di un cronista, risponde con un appello: «I calcianti facciano un gesto di responsabilità e amore per la città: prima di cantare ciascuno l’inno della propria parte, piantino la bandiera di Firenze; solo sotto a quella possono vivere i colori dei quartieri».
LA SCELTA DELLA MANTOVANI Un «atto molto pragmatico». Così Nardella ha definito la nomina, di cui si vociferava soprattutto negli ultimi giorni, di Nicoletta Mantovani, la moglie del defunto grande tenore Luciano Pavarotti, ad assessore in giunta. Per lei le deleghe alle relazioni internazionali. «Sarà il ministro degli Esteri di Firenze – ha detto raggiante il sindaco -, non è tenuta a conoscere bene la nostra città», quanto a mettere a disposizione dei progetti nardelliani il suo patrimonio di relazioni all’estero. È la Mantovani, per Nardella, «la carta più forte per coltivare giorno dopo giorno il prestigio internazionale di Firenze».
LA SCELTA DELLA GIACHI L’ex assessore all’Istruzione della giunta Renzi, Cristina Giachi, è diventata vicesindaco dopo che Nardella non è riuscito a convincere la parlamentare valdarnese Elisa Simoni, a lungo corteggiata. «Se quel ruolo lo avesse ricoperto Simoni – ha detto il sindaco – avrei avuto una figura più politica, con Giachi ho un vice dal profilo più istituzionale e amministrativo». Elisa Simoni, che per tornare a Firenze avrebbe dovuto lasciare il seggio di Montecitorio, è considerata elemento di raccordo fra le anime del Pd toscano, lei stessa appartenendo non alla maggioranza renziana. Avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni d Dario Nardella, il collante per l’unità del partito.
ROAD MAP Entro l’estate, ha precisato il sindaco, la giunta dovrà mettere un punto fermo sudiverse questioni urgenti, bruciando le tappe: il bilancio di Palazzo Vecchio, il rinnovamento della macchina amministrativa, il lavoro da portare a termine sul regolamento urbanistico, la definizione nel dettaglio del programma di governo cittadino.
IL NUOVO DIRETTORE GENERALE Alla testa della macchina operativa di Palazzo Vecchio,Giacomo Parenti, finora direttore generale pro tempore dopo la partenza di Antonella Manzione per Palazzo Chigi. Sarà Parenti «a seguire la realizzazione delle grandi opere a Firenze».
ALL’INSEGNA DELLA LETTERA «S» È questa la lettera della giunta Nardella, come ha spiegato il primo citadino. «S di squadra: non saremo una somma di solisti ma una squadra di veri amministratori; S di servizio: siamo servitori dei cittadini; S di solidità: siamo una giunta metropolitana che guarda oltre Firenze, grazie alle presenze di Bettarini e Giorgetti; S di sprint: siamo entusiasti e innovatori; S di semplice: non voglio fuochi d’artificio, ma umiltà».