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Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale della Toscana

Regione Toscana: la legge elettorale voluta da Pd-Forza Italia sarebbe sbagliata. E scatta l’ostruzionismo

La sede del Consiglio regionale della Toscana
Palazzo Panciatichi, in via Cavour, sede del Consiglio regionale della Toscana

FIRENZE – L’ufficio Legislativo del Consiglio regionale avanza rilievi sulle soglie e sul listino “privilegiato” (cioè dei candidai che non dovrebbero cimentarsi nel cercare voti…) previsti dalla nuova legge elettorale toscana. Sulla proposta di riforma – basata sull’accordotra Pd, parte della maggioranza e Forza Italia – “permangono problematicità in relazione a due importanti profili: si tratta della previsione di una lista regionale (cosiddetto listino) in via facoltativa e della previsione di soglie di sbarramento per l’accesso al riparto dei seggi”.

E’ quanto si legge in un parere del citato ufficio, che sottolinea, in merito al rapporto tra premio di maggioranza e soglie di sbarramento, che “una coalizione che abbia superato anche ampiamente il 10%, ma sia composta da liste tutte al di sotto del 3%, rimarrebbe esclusa dal riparto”. Nel complesso i giuristi del Consiglio toscano osservano che il tema delle soglie “allo stato delle norme e della giurisprudenza, ed anche alla luce delle considerazioni della dottrina, è materia rimessa alla discrezionalità del legislatore, il quale può legittimamente prevedere soglie di sbarramento” ma occorre “comunque bilanciare il fine della governabilità e del contrasto all’eccesso di frammentazione con la tutela del principio di uguaglianza del voto espresso dagli elettori”. Tale bilanciamento, si legge ancora, “può risultare falsato ed esporre conseguentemente la legge a possibili censure di costituzionalità, in caso di soglie troppo elevate o di concorso di soglie multiple”. Quanto al listino bloccato facoltativo, l’ufficio legislativo fa notare che “a rendere più consistenti i dubbi su tale disciplina risulta la facoltatività, sulla base di una scelta totalmente discrezionale del partito, di un sistema di voto potenzialmente diverso a secondo della lista prescelta. Questo con conseguente possibile violazione del principio di uguaglianza del voto di cui all’articolo 48 della Costituzione”. Inoltre, “ipotizzando che una lista elegga un solo candidato, nel caso di lista con candidati regionali l’eletto sarà il candidato regionale, senza tener conto dei voti di preferenza espressi per i candidati circoscrizionali della medesima lista, mentre nel caso di lista senza candidati regionali, l’eletto sarà il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti di preferenza. Un fatto che si presta certamente ad essere contestato in sede di controllo di costituzionalità”.
OSTRUZIONISMO – Ma non sono solo i rilievi dell’ufficio legislativo a addensare nubi sull’iter della legge. Si profila anche un ostruzionismo in aula, stile Senato. Oggi 31 luglio infatti si registra una ‘seduta fiume’ per la commissione affari istituzionali del Consiglio regionale, che discute una serie di proposte di riforme della legge elettorale toscana. In particolare per quella frutto dell’accordo tra Pd, parte della maggioranza e Fi sono stati collegati 1.132 emendamenti, in gran parte (oltre mille) presentati da Fdi. La commissione è chiamata a esprimere solo un parere referente sulle varie proposte, ma poi la discussione si sposterà in aula dove la seduta sulla riforma elettorale è prevista per il 9 settembre. Parte dell’opposizione ha preannunciato battaglia contro la proposta targata Pd-Fi e l’alto numero di emendamenti ne è un esempio. Già in precedenza le forze di opposizione contrarie al testo avevano cercato di rallentare il più possibile i lavori d’aula nel tentativo di far slittare la seduta e rimandare così la commissione. Nella seduta del 31 luglio, Ncd, Pt-Ncd e Udc hanno abbandonato i lavori della commissione in segno di protesta mentre in aula è restato il capogruppo Fdi Giovanni Donzelli che ha illustrato singolarmente i vari emendamenti per rallentare i lavori e in segno di ostruzionismo.

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