Sicurezza, i sindacati replicano a Renzi: il grasso che cola non l’abbiamo nemmeno per riparare le auto guaste
I sindacati della sicurezza, riuniti nell’apposita consulta, replicano alle dure dichiarazioni di Renzi, che, di fronte alla minaccia dello sciopero, ha affermato di non accettare ricatti e che comunque nella Pubblica amministrazione c’è grasso che cola.
Ed ecco la replica: «Non sono certo i poliziotti, i penitenziari, i forestali, i vigili del fuoco e le altre uniformi del comparto sicurezza e difesa ad avere grasso che cola. Il nostro personale serve lo stato in condizioni dove non c’è più nulla da tagliare. Siamo costretti ad anticipare di tasca nostra le spese e a pagarci i pasti delle missioni, per poi vederceli rimborsati dopo anni, se va bene».
Cosi, in una nota, i segretari generali Gianni Tonelli (Sap – Polizia di Stato), Donato Capece (Sappe – Polizia Penitenziaria), Marco Moroni (Sapaf – Corpo Forestale) e Antonio Brizzi (Conapo-Vigili del Fuoco), riuniti nella ‘Consulta Sicurezza’, il più rappresentativo organismo del personale dello stato in uniforme, con oltre 43.000 iscritti nei comparti interessati.
«Al premier Renzi -continua la nota- diciamo che sul personale e sulle retribuzioni non c’è più nulla da tagliare come non c’è più nulla da tagliare sulle spese di funzionamento dei nostri apparati, già al limite del collasso dopo i tagli lineari alle assunzioni, i tagli agli automezzi e alle attrezzature ed i tagli alla formazione e agli addestramenti, fatti da governi che semplicisticamente hanno ridotto le spese senza saper eliminare gli sprechi, perchè il vero grasso che cola non è il personale che garantisce sicurezza e soccorso ai cittadini ma gli sprechi e duplicazioni dell’apparato pubblico. E anche il settore della sicurezza ha necessità di riforme per perseguire risparmi e miglioramento dell’efficienza. Forse a Renzi sfugge che il grasso non lo abbiamo più neanche per la manutenzione dei nostri automezzi che spesso si fermano – spiegano i rappresentanti dei 4 sindacati – c’è grasso che cola invece nella sovrapposizione delle funzioni di polizia spesso mal coordinate, nei costosi dipartimenti del Viminale con uffici che potrebbero essere accorpati come anche in vari uffici centrali e periferici, nella mancanza di sale operative unificate e nei soldi che continuiamo a sprecare in sanzioni della UE, nelle sovrapposizioni delle competenze relative a funzioni di protezione civile e antincendio boschivo. E soprattutto nelle buste paga dei servitori dello Stato oramai è già stato raschiato il fondo del barile e continuare a tagliare le retribuzioni d poliziotti e vigili del fuoco vuol dire incapacità del governo e dei suoi dirigenti a stanare gli sprechi e fare vere riforme».
Quindi la conclusione: «Sfidiamo Renzi su questo terreno! Ci convochi e ci ascolti e valuti le ricette della Consulta Sicurezza. Noi da addetti ai lavori gli daremo più risparmi di quelli che lui pensa di tagliare dalle nostre buste paga. Ma ad un patto: metà dei risparmi sia destinato alla rimessa in efficienza operativa dei nostri Corpi e quindi alla sicurezza dei cittadini, e metà alla detassazione delle famiglie per ridare slancio all’economia! Intanto, anche per sollecitare di essere ricevuti, i poliziotti e vigili del fuoco di Sap, Sappe, Sapaf e Conapo restano mobilitati con il presidio permanente a Montecitorio fino al 26 settembre e con un camper che sta girando tutta l’Italia per informare i cittadini. Andremo avanti a oltranza e -concludono dalla Consulta Sicurezza – ci prepariamo a ulteriori azioni eclatanti se non saremo ricevuti. Intanto lo invitiamo a venire al nostro camper che da mercoledì 10 settembre sarà a Roma».
A questo punto sarebbe veramente necessario un urgente incontro chiarificatore come richiesto dai sindacati, magari proprio nel camper. Per Renzi sarebbe come tornare dentro il simbolo dell’inizio della sua avventura in giro per l’Italia.
