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Firenze celebra Oriana Fallaci: ma non riesce nemmeno a intitolarle una strada

Oriana Fallaci
Oriana Fallaci

FIRENZE – Corone di fiori sulla sua tomba, anche da parte del sindaco Dario Nardella; letture pubbliche dai suoi libri; due convegni in un solo giorno. Così Firenze ha ricordato a 8 anni dalla scomparsa la grande giornalista e scrittrice fiorentina Oriana Fallaci, morta dopo una lunga malattia il 15 settembre 2006.

VIA ORIANA? – Mai come adesso, tuttavia, il nome e la storia di Oriana Fallaci dividono e fanno discutere. Soprattutto a Firenze. Anche oggi, in Consiglio comunale, si è rinnovata l’infinita polemica sull’intitolazione eventuale di una strada alla scrittrice. Il consigliere di Forza Italia Mario Tenerani ha annunciato una raccolta di firme: «Sono sei anni che aspettiamo l’intitolazione di una via – ha spiegato nel Salone de’ Dugento -: il 28 febbraio 2008, infatti, la commissione toponomastica approvò il toponimo “Oriana Fallaci”. Mentre abbiamo assistito nel frattempo all’intitolazione di altre vie, sulla Fallaci pare essere calato un silenzio vergognoso. Ora siamo sufi di aspettare: per questo abbiamo deciso di promuovere una raccolta firme al fine di sollecitare l’amministrazione e il sindaco Nardella». Salomonica la risposta del sindaco: «Ogni cosa a suo tempo, passo dopo passo – ha detto Nardella -: analizzeremo tutte le condizioni, tutti i fattori che possono portare a una decisione in questo senso prima dei dieci anni dalla morte, previsti dalla procedura ordinaria». «Personalmente – ha aggiunto – non ho nulla in contrario, in virtù dell’importanza di Oriana, ad attribuirle una via. Ma, per farlo prima che siano trascorsi dieci anni dalla morte, occorre motivarlo, e secondo me questo deve passare da un corale riconoscimento della comunità fiorentina verso questa persona».

LA REGIONE – «Otto anni dopo la sua scomparsa, Oriana Fallaci è una figura di donna e di giornalista che manca all’Italia e all’Europa – ha detto dal canto suo il vicepresidente del Consiglio regionale, Giuliano Fedeli -. Per questo l’Assemblea regionale dedicherà una sala alla memoria di Oriana nella sede della nuova biblioteca del Consiglio, grazie alla donazione della famiglia. In tale spazio saranno esposte le edizioni delle sue opere in tutte le lingue e alcuni oggetti personali utilizzati durante l’attività di giornalista».

NENCINI CONTRO SALVINI – «Ho condiviso con Oriana Fallaci una lunga amicizia, intima negli ultimi giorni della sua vita – ha dichiarato il viceministro dei Trasporti, Riccardo Nencini -. Leggo oggi la proposta di Matteo Salvini di dedicarle una strada in tutti i comuni governati dalla Lega. Una via ‘Oriana Fallaci’ non per meriti giornalistici e letterari ma per motivi politici». «Ho buone ragioni per pensare – ha concluso Nencini – che Oriana non avrebbe mai accettato né manipolazioni del suo pensiero né l’uso del suo nome a fini di parte. Chi vuole ricordarla e intende celebrarne l’attività di scrittrice, anzi di ‘scrittore’ come ha fatto infiggere sulla lapide della tomba, eviti di calpestarne la memoria per trarne profitto».

PENSIERO ATTUALE – Alla luce delle guerre in Siria, in Iraq, in Libia, in Afghanistan, e dei flussi di migliaia di immigrati che dalle coste dell’Africa del Nord, come dal Medio Oriente, attraversano ogni giorno il Mediterraneo nel tentativo di sbarcare in Italia, il pensiero e gli scritti della Fallaci hanno acquisito di nuovo attualità per molte persone. In particolare quelli relativi alla sua ultima battaglia, che è forse la più celebre: l’idea di una scossa, e al contempo la difesa, dell’Occidente, per come lo intendeva Oriana Fallaci, cioè quasi assediato dagli immigrati extracomunitari e indebolito da una fraintesa cultura della tolleranza non contraccambiata, in particolare, dal mondo islamico. Reo, per Fallaci, di essere alieno dal rispetto e dal confronto, teso soltanto alla conquista degli «infedeli».

FALLACI E TERZANI – Emblema del pensiero fallaciano degli ultimi anni fu «La rabbia e l’orgoglio», libro pubblicato nel 2001 dopo il successo degli articoli scritti per il Corriere della Sera all’indomani della distruzione delle Torri Gemelle negli attentati dell’11 settembre a New York. Un pamphlet durissimo contro il retroterra politico e culturale tradizionalmente ascritto al progressismo di sinistra che secondo Fallaci ha minato alle fondamenta l’orgoglio della civiltà occidentale, chiamata dalla scrittrice a far sentire tutta la sua rabbia contro la minaccia mortale ai valori tradizionali che sarebbe portata dalla civiltà islamica. Per evitare che nasca l’Eurabia, ipotetico scenario in cui l’Europa, a causa della massiccia immigrazione dai Paesi musulmani, potrebbe in futuro essere «islamizzata». Una logica di scontro frontale, quella propugnata da Oriana, alla quale si contrappose un altro grande scrittore e giornalista fiorentino,Tiziano Terzani, con il suo «Lettere contro la guerra», in cui invitava l’Occidente a rinunciare alla risposta bellica agli attentati dell’11 settembre, per cercare invece di riflettere sull’evoluzione del capitalismo consumistico e le sue conseguenze sulle diseguaglianze mondiali, e a evitare un pericoloso scontro di civiltà.


Domenico Coviello

Giornalista

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