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Alluvione a Carrara, sotto sequestro l’argine sfondato del fiume Carrione

Carrara, l'argine crollato del fiume Carrione
Carrara, l’argine crollato del fiume Carrione

CARRARA – La piena del fiume Carrione, mercoledì 5 novembre, ha sfondato l’argine per 114 metri, lasciandone in piedi solo 25. E ora, con la consulenza di un tecnico nominato dal magistrato, si dovrà accertare se le modalità di costruzione furono corrette. Per questo il pubblico ministero della procura di Massa Carrara, Rossella Soffio, ha disposto il sequestro dell’argine e indaga per disastro colposo.

«Ciò che è accaduto a Carrara lascia sgomenti – ha commentato il presidente della Regione  Toscana Enrico Rossi -. Un argine in muratura che crolla pochi anni dopo la ricostruzione. È tutto lo Stato che ne esce sconfitto. Niente e nessuno potrà più convincere quei cittadini alluvionati che possono fidarsi, che possono credere nelle istituzioni. I responsabili del disastro devono essere puniti».

Intanto, per contenere l’acqua dove l’argine è caduto sono stati posti blocchi di marmo. E il terzo giorno dall’alluvione, oggi venerdì 7 novembre, l’acqua ha cominciato a ritirarsi. I canali sono rientrati nell’alveo e hanno raggiunto livelli di sicurezza con l’acqua quasi alla normalità. Il mare riceve e gli impianti idrovori del Consorzio e dell’Unione dei comuni continuano a drenare i terreni imbevuti d’acqua. La popolazione sfollata è assistita da protezione civile e amministrazione comunale.

È al futuro e alle necessità di un piano di messa in sicurezza che ora si guarda. Il presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi, ha incontrato a Firenze Erasmo D’Angelis, capo dell’unità di missione contro il dissesto idrogeologico del Governo, per richiedere i finanziamenti necessari per agire nell’emergenza di Carrara e ripristinare il reticolo idraulico colpito dall’alluvione.

E a Carrara hanno fatto la loro comparsa anche gli «sciacalli». Due giovani marocchini, arrestati ieri sera dalla polizia di Carrara mentre rubavano videocamere, macchine fotografiche, stivali e scarpe che una famiglia alluvionata aveva collocato lungo la strada mentre stava pulendo la casa dal fango, sono comparsi oggi davanti al giudice del tribunale di Massa che ne ha convalidato l’arresto.

 

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