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Daniele Pradè non sarà il sostituto di Galliani al Milan

Fiorentina, Pradè: «Stiamo uniti. Io lavoro già per la stagione 2015-16 anche in scadenza di contratto»

Il ds viola Daniele Pradè
Il ds viola Daniele Pradè

FIRENZE – «Sto già lavorando per la stagione 2015-2016 della Fiorentina», annuncia il direttore sportivo Pradè. Ma il suo contratto è in scadenza. Dalla sala stampa dello stadio Artemio Franchi, il Ds romano risponde al fuoco dei giornalisti. Futuro, Ilicic, rapporti con l’allenatore. Tanti i temi trattati. «Montella resterà in viola? Certo. Siamo a novembre e stiamo già pensando alla prossima stagione. Tra staff, dirigenza e tecnico c’è coesione totale su ogni tipo di decisione». Quando gli viene fatto notare come Montella si sia dichiarato disinformato sui progetti in materia di internazionalizzazione del marchio, confessa: «Lo chiamerò qualche volta in più». La preoccupazione serpeggia, Firenze non ha mai messo pressione alla squadra. Nemmeno nell’ultimo anno solare, quando il bel gioco ha iniziato a sbiadire. «Non c’è nessun tipo di fine ciclo per il nostro gruppo di lavoro».

Le parole del Ds vengono inevitabilmente tarate sulla formazione domenicale. Gli acquisti di agosto non giocano, gli viene fatto notare. Sono stati scelti in sintonia con l’allenatore? «Abbiamo tenuto Cuadrado ed abbiamo fatto una grande operazione. Abbiamo preso giocatori importanti, come Richards, Badelj, Kurtic nei quali crediamo molto. Poi ci sono altri che abbiamo preso come comprimari. A fine anno giudicheremo e giudicherete. Noi ce l’abbiamo messa tutta perché le cose andassero in un determinato modo. C’è tempo per valutare. Montella ha detto che siamo sempre gli stessi da due anni? Noi siamo a disposizione per fare le valutazioni con tutti. Io al 20 di agosto non avrei mai potuto immaginare che Rossi, Gomez e Bernardeschi si sarebbero fatti male di nuovo. In estate abbiamo fatto una grande serie di vittorie, non potevamo immaginare che andasse così».

STRANIERI E MERCATO Se l’internazionalizzazione è ben vista quando si parla di marchio, non altrettanto vale per gli undici in campo. Fra questi gli unici due italiani non sono certi della riconferma a Firenze, Pasqual ed Aquilani. «Sono d’accordo che alcuni stranieri non siano tanto superiori ad alcuni italiani. Purtroppo però il mercato italiano è penalizzante. Sul discorso pagamenti all’estero è più vantaggioso comprare in termini di bilancio. Ci sono tanti calciatori italiani buoni. Anche la nostra proprietà ci ha chiesto di tornare in futuro a lavorare sugli italiani. Lo stesso prezzo di un calciatore in Italia rispetto all’estero va subito a bilancio, mentre con l’estero puoi spalmare». E c’è già il monito per il mercato di gennaio: «Non sarà facile piazzare gli esuberi, il mercato è saturo». Fra gli esuberi sono annoverabili dei nuovi acquisti. E i grandi rientri? Su Rossi, il direttore non cade nel tranello: «A breve tornerà a Firenze; ma non possiamo dire quando tornerà a disposizione. È sempre connesso, lo sentiamo sempre. Ci manca tanto, ma non possiamo dire quando tornerà».

ILIČIČC’è il tempo di tornare sul comportamento di Ilicic, multato per aver gettato in terra nell’ultima gara casalinga la fascia nera del lutto. «Le sue parole di ieri mi hanno fatto tenerezza. Ho sempre dato pochissime multe, noi abbiamo un regolamento interno molto chiaro. Tutti lo sanno. La sanzione è automatica. Oggi Ilicic è come un figlio da aiutare. È un bravo ragazzo, dobbiamo aiutarlo. Non va assolutamente messo da parte, anzi, gli va dato di più adesso. Ha bisogno dell’aiuto nostro e della città di Firenze. Ilicic è questo, quello di ieri con le parole e quello del suo atteggiamento. Deve mettere in mostra le qualità che ha, magari Montella dovrebbe usarlo in modo diverso se lo ritiene opportuno. Da Ljajic a Vargas allo stesso Neto, abbiamo recuperato tanti calciatori a livello psicologico, ora dobbiamo farlo con Ilicic».

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