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Sanità toscana: i postini suonano sempre due volte, i pediatri invece mai

Una sanità più vicina ai bisogni dei toscani, a partire dai bambini: è questo l’obiettivo a cui punto con un’interrogazione presentata in Consiglio regionale, nella quale rilancio sui tavoli della giunta presieduta da Enrico Rossi l’annosa questione dell’indisponibilità della maggior parte dei pediatri di base a recarsi in visita domiciliare, anche in presenza di febbre alta e patologie di tutto riguardo.

L’accordo regionale sulla pediatria di famiglia prevede effettivamente l’istituto della vista domiciliare, qualora ritenuta necessaria da parte del pediatra in base alle condizioni cliniche del bambino che non ne consentano la trasferibilità. Sostanzialmente non sussistono obblighi, e si lascia ai pediatri la facoltà di decidere caso per caso. Peccato che decidano quasi sempre di invitare i genitori a portare il bimbo malato direttamente all’ambulatorio nelle ore d’apertura. E il genitore non sempre ci sta a trasportare in ambulatorio il bambino ammalato, per non farlo incorrere in ulteriori rischi, dovendo magari aspettare molte ore l’orario d’apertura. I genitori possono anche essere impediti dal loro lavoro e gli eventuali nonni non sempre possono essere idonei al trasporto in auto del nipotino. Se il trasporto avviene, si preferisce partire immediatamente alla volta del pronto soccorso dell’ospedale che, spesso, si trova in difficoltà per i numerosi arrivi. Almeno, questo è quanto registriamo dalle ondate di proteste che ci pervengono ciclicamente.

C’è bisogno che il sistema sanitario pubblico sia più vicino alle esigenze di assistenza e cura delle fasce più deboli, come i bambini. Per questo alla Regione chiediamo una cosa semplice: effettuare, nello specifico contratto di lavoro dei pediatri, idonee modifiche che prevedano anche l’obbligo di visite domiciliari ai bambini in determinate fasce orarie giornaliere, nella stessa maniera che effettuano i medici di base degli adulti. Inoltre, formulare specifiche linee guida da indirizzare alle Aziende sanitarie affinché integrino le convenzioni con i medici pediatri secondo criteri di maggior contiguità tra l’attività sanitaria e le esigenze dei pazienti più piccoli, effettuando anche periodici controlli, tutto questo per una maggior tutela della salute dei nostri bambini.

 


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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