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Morto Francesco Rosi: il regista che denunciava i soprusi del potere

Francesco Rosi quando ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera (2012)
Francesco Rosi quando ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera (2012)

ROMA  – È morto Francesco Rosi, uno dei più grandi registi italiani del Novecento. Nato a Napoli il 15 novembre 1922, già compagno di liceo del Presidente Giorgio Napolitano, assisté Visconti per le riprese di «La terra trema» nel 1948. Il suo primo lungometraggio («La sfida») risale al 1958 ed ebbe già una buona accoglienza, ma a far incetta di premi iniziò dai primi anni Sessanta. Da allora ha legato in particolare il suo nome ad alcuni film su fatti di cronaca e casi d’attualità spesso scottanti e non chiarissimi, non di rado vere indagini sul malaffare dilagante nel Belpaese: «Salvatore Giuliano», «Le mani sulla città» (1963, Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia), «Uomini contro», «Il caso Mattei», «Lucky Luciano», «Cadaveri eccellenti», sono solo alcuni dei suoi film che hanno lasciato il segno e hanno talvolta contribuito a far riaprire qualche inchiesta.  Poteva contare sui migliori attori in circolazione nel secondo Novecento e particolarmente fruttuoso fu il lungo sodalizio con Gian Maria Volontè.

Non ha mai avuto paura a raccontare con piglio deciso le magagne dell’Italia, ma sarebbe riduttivo legarlo solo al filone del film-inchiesta. Ad esempio ha firmato nel 1984 un bell’adattamento cinematografico della «Carmen» di Georges Bizet con Plácido Domingo, che gli ha fruttato una nomination ai BAFTA (British Academy of Film and Television Arts) come miglior film straniero.

A 75 anni ha girato l’ultimo film, «La tregua», tratto dal romanzo di Primo Levi; con questo si è aggiudicato un David di Donatello come miglior regista.

Nel XXI secolo è tornato al suo primo amore, il teatro, specie quello della sua Napoli, ed ha curato la regia per varie commedie di Eduardo De Filippo.

Nel 2008 gli è stato assegnato l’Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino; nel 2009 la Legione d’Onore, nel 2010 l’Alabarda d’oro alla carriera; infine, il 12 maggio 2012, per coronare il suo lavoro sessantennale dietro la cinepresa, la Biennale di Venezia gli ha consegnato il Leone d’Oro alla carriera. Finora è stato l’ultimo grande italiano a vincere l’ambita statuetta.

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