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Regione: firmato da Rossi l’accordo per assorbire i dipendenti delle Province

La sede della Regione Toscana
La sede della presidenza della Regione Toscana, dove lavora il governatore Enrico Rossi

FIRENZE – Nel giro di tre mesi passerà alla Regione Toscana tutto il personale delle Province legato alle funzioni che torneranno di competenza regionale. L’ha annunciato il governatore, Enrico Rossi, dopo aver siglato ha l’accordo sul trasferimento e la ricollocazione dei dipendenti con i sindacati e con l’associazione dei Comuni (Anci). Un accordo che mette in fila impegni e passaggi del percorso di riorganizzazione delle Province e delle funzioni a suo tempo delegate a questi enti dalla Regione e dai Comuni, percorso che si completerà con l’approvazione della proposta di legge che la giunta regionale ha licenziato qualche settimana fa.
“Con la nostra legge – ha spiegato Rossi – abbiamo attuato il riordino delle competenze regionali, a noi richiesto dalla legge Del Rio, basandoci su tre principi: la vicinanza (laddove possibile sempre meglio decentrare per essere più vicini al cittadino), di adeguatezza (alcune questioni devono essere invece gestite da ‘adeguata’ distanza) e di separazione (i cittadini devono avere ben chiaro qual è l’ente competente a seconda della materia). In quest’ottica abbiamo deciso di riportare alla Regione le competenze su agricoltura, ambiente e formazione stabilendo un termine di tre mesi per definire il transito del personale dalle Province nell’ambito di queste funzioni”.

Più in dettaglio, con la riforma, la Regione si riapproprierà delle funzioni provinciali in materia di agricoltura, anche quelle delegate a  Unioni di Comuni, si occuperà di forestazione, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale (compresa la formazione degli operatori turistici), avrà competenze in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell’aria e delle acqua, inquinamento acustico ed energia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica. L’accordo di oggi, stipulato all’indomani dell’approvazione in giunta della legge, e alla vigilia del suo iter in Consiglio regionale, definisce una road map verso la realizzazione della riforma, mettendo al centro soprattutto le garanzie occupazionali.

“A questo proposito – ha detto il presidente – voglio che parta anche un cammino di incontro con il personale delle Province, per superare la rabbia e la demotivazione di questi mesi, e incominciare un percorso di coinvolgimento e rimotivazione. E’ auspicabile, per esempio, che anche questa riorganizzazione avvenga attraverso un processo di ascolto dei dipendenti delle Province”.

Era presente al tavolo, ma ha deciso di non firmare l’accordo l’Upi, l’associazione delle Province, che pur condividendo lo spirito complessivo dell’intesa, ha voluto rimarcare il mancato accoglimento di un emendamentoriguardante le risorse da attribuire da parte della Regione alle Province, nel quale si richiedeva di assegnare non una quota parte in relazione a questa fase di transizione, ma la totalità dei finanziamenti del 2015 ,al fine di riuscire a compensare i forti tagli dovuti al Patto di stabilità, mantenendo così in equilibrio i bilanci e garantendo le retribuzioni ai dipendenti.

“Noi – ha evidenziato il presidente Rossi – ci siamo impegnati a garantire la nostra quota parte dei finanziamenti alle Province fino al giorno in cui le competenze e il personale resteranno in carico a questi
enti. Questo è il nostro impegno. Vorrei ricordare come questa operazione di riordino abbia di per sé un costo significativo (tra i 20 e i 25 milioni) per le casse regionali, : è un sacrificio necessario però a dare
senso e contenuti a questa riforma”.
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