Anziani: gli italiani non temono la vecchiaia, ma la perdita d’autonomia
A far paura non è l’invecchiamento, ma il rischio di perdere l’autonomia. Solo il 35% degli italiani ha paura di invecchiare: il 15% combatte gli effetti dell’invecchiamento e il 20% si rassegna. Il 65% invece non teme l’invecchiamento: perché lo considera un fatto naturale (53%) o perché pensa che invecchiando si migliora (12%). Pensando alla propria vecchiaia, il 43% degli italiani giovani e adulti teme l’insorgere di malattie, il 41% la non autosufficienza. E il 54% degli anziani fa coincedere la soglia di accesso alla vecchiaia proprio con la perdita dell’autosufficienza, il 29% con la morte del coniuge e il 24% con il pensionamento.
Questi sono i principali risultati della ricerca «L’eccellenza sostenibile nel nuovo welfare. Modelli di risposta top standard ai bisogni delle persone non autosufficienti», realizzata dal Censis in collaborazione con Fondazione Generali.
GIOVANI – La fragilità legata all’invecchiamento terrorizza i giovani. Pensando a quando saranno anziani e bisognosi di cure, il 32% di giovani e adulti si preoccupa perché non sa bene che cosa accadrà, il 22% è incerto e disorientato, e solo il 16% si sente tranquillo, perché si sta preparando a quel momento con risparmi e polizze assicurative, o semplicemente conta sul supporto della propria famiglia.
BADANTI – Badanti ok oggi, ma domani? In casa propria, accuditi dai familiari o da una badante: è questo oggi il modello di assistenza agli anziani non autosufficienti. Le badanti sono più di 700.000 (di cui 361.500 regolarmente registrate presso l’Inps con almeno un contributo versato nell’anno) e costano 9 miliardi di euro all’anno alle famiglie. Finora il modello ha funzionato, per il futuro però potrebbe non essere più un servizio low cost. Sono 120.000 le persone non autosufficienti che hanno dovuto rinunciare alla badante per ragioni economiche. Il 78% degli italiani pensa che sta crescendo la pressione delle badanti per avere stipendi più alti e maggiori tutele, con un conseguente rialzo dei costi a carico delle famiglie.
SPESA – Per tanti l’impegno economico diventa insostenibile: 333.000 famiglie hanno utilizzato tutti i risparmi per pagare l’assistenza a un anziano non autosufficiente, 190.000 famiglie hanno dovuto vendere l’abitazione (spesso la nuda proprietà) per trovare le risorse necessarie, 152.000 famiglie si sono indebitate per pagare l’assistenza. E sono oltre 909.000 le reti familiari che si «autotassano» per pagare l’assistenza del familiare non autosufficiente. E anche quando si ricorre alla badante, l’85% degli italiani sottolinea che è comunque necessario un massiccio impegno dei familiari per coprire giorni di riposo, festivi, ferie, ecc.
RESIDENZE – Oggi le residenze per anziani (case di riposo e simili) non piacciono agli italiani. Sono ospiti di strutture residenziali 200.000 anziani non autosufficienti, mentre 2,5 milioni vivono in famiglia, in casa propria o di parenti. Le residenze per anziani non hanno appeal perché sono solo parcheggi per vecchi che provocano malinconia. Ma 4,7 milioni di anziani sarebbero favorevoli ad andare in residenze se la loro qualità migliorasse. Il 55% di loro pensa che una buona residenza per anziani deve garantire l’accesso rapido alle cure sanitarie e infermieristiche in caso di bisogno, per il 36% deve mostrare una sensibilità speciale per il lato umano degli ospiti, per il 27% deve favorire l’apertura verso l’esterno con attività alle quali possono accedere anche persone da fuori, per il 23% deve disporre di spazi comuni in cui realizzare attività ricreative che incoraggino le relazioni tra gli ospiti. Ma i fondi sempre minori dedicati da regioni e enti locali al welfare non permetteranno certo di provvedere a simili interventi.