
Firenze, caso Moro: le famiglie delle vittime chiedono nuove indagini sul covo Br di via Pisana, dove viveva Senzani

ROMA – Alla vigilia del 37° anniversario del rapimento di Aldo Moro da parte delle Br, i familiari delle vittime cadute in Via Fani chiedono al Procuratore generale presso la corte di Appello di Roma, Antonio Marini, nuove indagini sul ruolo che potrebbe aver svolto Giovanni Senzani durante il rapimento Moro. La richiesta si basa sulle risultanze di una recente audizione del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Firenze, Tindari Baglione, davanti alla Commissione parlamentare Moro.
L’avvocato che rappresenta la parte civile, Valer Biscotti, propone alcuni elementi che indicano in un covo di via Pisana, a Firenze, la base utilizzata come “cabina di regia” del rapimento del Presidente della Dc. Da alcune affermazioni riportate da Prospero Gallinari in un suo libro quell’appartamento era già attivo al luglio del 1977 e ospitava due membri del commando di via Fani (Gallinari e Bonisoli). “Il fatto sorprendente e di grande novità e rilievo delle dichiarazioni di Gallinari è che l’appartamento era messo a disposizione da Giovanni Senzani ‘consulente esperto della situazione’. Pertanto la conseguenza di queste dichiarazioni è che Senzani era in contatto con Gallinari e Bonisoli già nel luglio del 1977. Mentre la storia giudiziaria ufficiale colloca la posizione di Senzani nelle Br a partire dal 1979”.
La parte civile chiede quindi a Marini “di acquisire il fascicolo sul covo di via Pisana ed anche altri procedimenti Br celebrati a Firenze e quelli a carico di Senzani”. Inoltre è emerso in commissione Moro che la casa di Senzani era intercettata. La moglie riferì al giudice Vigna di aver trovato in casa un registratore murato, “opera che non era riconducibile a nessuno degli occupanti dell’appartamento”. Anche su questo dato la parte civile chiede approfondimenti e “specifiche indagini”.
Le famiglie delle vittime di via Fani infine ritiengono “assolutamente indispensabile una nuova ricognizione dei fatti criminosi attraverso nuovi interrogatori, da parte della Procura generale” di tutti i Br ritenuti presenti in via Fani. La richiesta menziona in particolare Franco Bonisoli,Raffaele Fiore, Valerio Morucci, Bruno Seghetti, Mario Moretti, Barbara Balzerani, Rita Algranati e Alvaro Lojacono, Alessio Casimirri. Questi ultimi due rifugiati all’estero, rispettivamente in Svizzera e Nicaragua.
E così Firenze potrebbe tornare al centro delle indagini per il rapimento e l’assassinio di aldo Moro, in uno dei periodi più bui della nostra storia repubblicana, proprio nei giorni in cui Firenze è di nuovo all’onore delle cronache per il disgustoso episodio avvenuto nella nostra Università, quando il Collettivo di Scienze Politiche, con le sue minacce, ha praticamente convinto l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli a non intervenire a un convegno. Il documento dei collettivi è parso al magistrato ispirarsi al linguaggio delle Br. E l’Università di Firenze continua a tollerare da anni, senza batter ciglio, la presenza di questi gruppi illegali impuniti all’interno del plesso universitario di Novoli. Ma, come diceva il Manzoni di don Abbondio “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
