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Firenze, Maggio musicale: è di nuovo sciopero, la Cgil non firma

Nuovo-Teatro-dell’Opera
Il nuovo Teatro del Maggio a Firenze

FIRENZE – Niente da fare, non c’è pace per il Maggio musicale fiorentino: lo sciopero dei lavoratori va avanti anche per la serata di oggi 6 maggio, dopo l’astensione dal lavoro in occasione della prima del «Fidelio», nella serata inaugurale, lo scorso 27 aprile.

L’edizione numero 78 del festival lirico-musicale più lungo d’Europa, e fra i più prestigiosi a livello internazionale, è cominciata nel segno della protesta e oggi non si è avuta alcuna ricomposizione della vertenza, in seguito all’ultima seduta di trattativa sugli esuberi saranno riassorbiti nella società Ales, controllata dal ministero dei Beni culturali.

La procedura per il confronto – in questo caso fra i vertici della Fondazione del Maggio e la Cgil -, svolta in seno alla Città metropolitana come previsto dalla legge, si è conclusa senza la firma del sindacato.

Lo ha raccontato, a riunione conclusa, il sindacalista Silvano Ghisolfi. Che ha confermato «lo sciopero per la giornata di oggi», e annunciato una «assemblea per domani 7 maggio di fronte al Teatro dell’Opera». Le condizioni proposte per questa vertenza «erano inaccettabili, non potevamo apporre la nostra firma», ha spiegato. Comunque lo sciopero odierno non comporta conseguenza per la programmazione.

AGGIORNAMENTO ORE 19

«La presa di posizione di oggi della Cgil lascia allibiti e senza parole. Le difficoltà del Maggio sono note a tutti e questa è l’unica strada possibile per salvare questa importante realtà cittadina e nazionale». Così commenta la chiusura della procedura in seno alla Città metropolitana l’assessore al lavoro del Comune di Firenze, Federico Gianassi.

«Le persone che saranno licenziate – aggiunge Gianassi – hanno già ottenuto importanti garanzie in merito al loro futuro: saranno riassunti il giorno dopo il licenziamento, imposto dalla legge nazionale al fine di poter poi procedere alla riassunzione; saranno riassunti a tempo indeterminato; la società che li riassumerà lavorerà nell’ambito dei beni culturali (si tratta di Ales, una società interamente pubblica che applicherà al personale gli stessi trattamenti come già dichiarato dal ministero dei Beni e attività culturali); la loro sede di lavoro sarà Firenze; riceveranno quattro mesi di stipendio doppio». Per tali motivi, secondo l’assessore, «rifiutare queste proposte e continuare nello sciopero è irresponsabile, anche alla luce delle crisi aziendali e dei lavoratori in cassa integrazione sul nostro territorio senza contare il danno incalcolabile che rischia di creare al Maggio».

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