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Il Palio di Siena in una foto d'archivio

Il Palio di Siena può diventare patrimonio mondiale dell’Unesco (ma gli animalisti protestano sul web)

Palio di Siena, il fantino del Valdimontone afferra e getta a terra il rivale del Nicchio (foto Twitter - Deb90)
Palio di Siena, il fantino del Valdimontone afferra e getta a terra il rivale del Nicchio (foto Twitter – Deb90)

FIRENZE – Non hanno avuto dubbi, i consiglieri regionali: il Palio di Siena deve essere candidato a diventare Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Nel testo, siglato dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e dai consiglieri Stefano Scaramelli e Simone Bezzini del Pd, Claudio Borghi della Lega Nord e Stefano Mugnai di Forza Italia, si legge che il Consiglio regionale, d’intesa con il Comune di Siena, il Consorzio tutela del Palio e il Magistrato delle Contrade, si impegna a «salvaguardare il valore storico e sociale del Palio di Siena»; il Consiglio si impegna a promuovere il Palio «a livello nazionale ed internazionale come esempio virtuoso di evento storico-culturale, espressione dell’identità locale di una comunità e degno quindi di essere considerato a tutti gli effetti patrimonio culturale immateriale dell’umanità secondo i canoni dell’Unesco».

Esulterà tutta Siena, non c’è dubbio: là, dall’operatore ecologico al cattedratico, il giorno del Palio son tutti pazzi. Da un pezzo la manifestazione è pure un’attrazione turistica di gran richiamo, intorno alla quale ruota un discreto giro d’affari. Ma sul web circolano già pareri assai diversi provenienti dal mondo animalista, che si propone di salvaguardare i cavalli. In tema di Palio, del resto, la polemica non manca mai.

Tra le dichiarazioni del Consiglio toscano ce n’è una che chi conosce il palio non troverà tanto facile da attuare: ci si propone difatti di «garantire la tutela e il corretto svolgimento della manifestazione anche al fine della salvaguardia della salute degli animali, proseguendo nell’azione di monitoraggio della sicurezza con particolare riferimento alle varie fasi di progressione della carriera». Le immagini delle passate manifestazioni e le leggende che circolano intorno alla preparazione dei cavalli (col ricorrere della parola “beverone”, ovvero il doping a loro riservato e propinato in barba a tutti i controlli) lasciano ragionevolmente perplessi in proposito. Ma se riusciranno davvero a tutelare la salute degli animali, tanto meglio e … tanto di cappello.

Resta il fatto che forse il Consiglio Regionale avrebbe dovuto tener più di conto l’opinione di chi (vedi quel che circola sul web) tanto “virtuoso” l’esempio del Palio di Siena non lo trova. Francamente, mi sarebbe parso più appropriato dichiararlo patrimonio dei senesi, in quanto, giustappunto, «espressione dell’identità locale di una comunità», lasciando fuori chi, pur toscano o italiano e pur non animalista sfegatato, non vi si appassiona.

palio di siena, regione toscana

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