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Donna crocifissa, chiesto l’ergastolo per Riccardo Viti

Riccardo Viti durante l'udienza del processo
Riccardo Viti durante l’udienza del processo

FIRENZE – Condanna all’ergastolo. E’ la richiesta avanzata dal pm Eligio Paolini nel corso della requisitoria al processo con rito abbreviato nei confronti di Riccardo Viti, l’idraulico fiorentino accusato di aver violentato e seviziato, fino a provocarne la morte, Andreea Cristina Zamfir, 26 anni, una prostituta romena trovata priva di vita il 5 maggio 2014 sotto un cavalcavia dell’A1 a Ugnano. Viti è accusato anche di altri 5 episodi di violenza avvenuti tra il 2011 e 2014 tra Firenze e Calenzano.

Il pubblico ministero ha definito Viti «un sadico sessuale», ma anche «un lucido calcolatore». «Viti sapeva che quello che faceva era pericoloso e che gli strumenti usati potevano provocare alle vittime lesioni gravissime», ha aggiunto. Paolini ha poi precisato che Viti si è sempre dimostrato «estremamente lucido» poiché da un lato dichiarava al pm «di essere pentito e di trovare conforto solo nella fede» ma «contemporaneamente manipolava la situazione chiedendo l’accesso in carcere a un notaio per effettuare una permuta tra un bene da lui posseduto e un bene di valore minore, per sottrarre alle parti civili la garanzia di avere un risarcimento».

AGGIORNAMENTO ORE 16.29

Viti, giudicato in abbreviato, ha rilasciato dichiarazioni spontanee prima che il gup si ritirasse per la decisione, attesa per le 17 di oggi 30 settembre: «Quello che è successo mi addolora e chiedo umilmente perdono alla famiglia di quella persona» ha detto. «Sono desolato – ha aggiunto Viti – sono purtroppo responsabile di questa morte, ma non ho mai avuto nemmeno l’idea di uscire di casa e uccidere una persona. Non mi sono mai sognato che quella persona potesse morire. Chiedo umilmente perdono. Sono affranto per quello che è successo».

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