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Firenze, lascia la promessa sposa a pochi giorni dal matrimonio: dovrà risarcirle 16.500 euro

Matrimonio, fedi nuziali
Matrimonio, fedi nuziali

ROMA – Sentenza pilota della Corte di Cassazione in fatto di matrimoni. Lorenzo L., classe 1970, dovrà risarcire la ex fidanzata, Patrizia M. di un anno più giovane, letteralmente «mollata» nel 1999 a un passo dallo scambio degli anelli dopo che la malcapitata, all’epoca quasi trentenne, si era comperata l’abito bianco e si era accollata un sacco di spese – come mobili e lavori in casa – in vista della loro vita coniugale.

Lorenzo aveva lasciato la promessa sposa con la scusa di avere un’altra relazione, dopo 11 anni di fidanzamento e a una settimana di distanza dalla celebrazione delle nozze. Per questo comportamento, che i supremi giudici hanno considerato scorretto e non giustificato, la Corte di Cassazione ha stabilito che chi fugge dal matrimonio fuori tempo massimo – ossia dopo le pubblicazioni -, e senza motivo valido, deve rimborsare le spese sostenute dal partner in vista del sì.

Senza successo, il promesso sposo pentito ha cercato di non pagare i 16.500 euro di risarcimento ai quali era stato condannato dalla Corte di Appello di Firenze il 9 maggio 2011, come da lista spese esibita da Patrizia. I magistrati di secondo grado – contrariamente a quelli del Tribunale di Prato che nel 2007 avevano bocciato la richiesta risarcitoria – avevano stabilito che Lorenzo doveva ridarle tutti i soldi che lei aveva speso per l’abito, l’acquisto dei mobili e i lavori di ristrutturazione dell’abitazione del fidanzato dove i due avrebbero dovuto vivere. I lavori erano stati supervisionati dalla stessa Patrizia, geometra. Il verdetto è stato confermato dalla Suprema Corte.

Invano, l’ex fidanzato inaffidabile ha protestato in Cassazione anche per quanto riguarda la quantificazione delle spese, liquidate a suo dire in misura eccessiva in quanto comprendevano non solo quelle contratte «per la celebrazione del matrimonio ma anche per ogni tipo di obbligazione relativa alla futura vita coniugale». Lorenzo è stato condannato anche a pagare 5.200 euro per le spese del giudizio di Cassazione.

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