Fiorentina ancora capolista: battuto il Frosinone (4-1). Gol di Rebic, Gonzalo, Babacar (rigore) e Suarez. Pagelle
FIRENZE – La Fiorentina è di nuovo lassù: prima in classifica. Anche se non da sola. Contro il Frosinone servivano i tre punti e la missione è stata compiuta presto, già nel primo tempo. Tutto facile? Per nulla. Le partite non sono mai semplici finchè non le hai vinte. La differenza fra questa e la sconfitta dell’altro giovedì con il Lech Poznan? Che i viola stavolta hanno trovato il gol (trovato è il termine giusto per quel pallone, Rebic voleva crossare…) eppoi sono andati avanti macinando gioco e reti come un trattore. Contro il Lech (che ritroveranno giovedì 5 novembre, in un’altra partita assolutamente da vincere) finirono contro un muro: e rimbalzarono. Paulo Sousa aveva “predicato” umiltà e rigore nell’eseguire gli schemi. Ha ubbidito anche Mario Suarez, al quale l’allenatore concede naturalmente nuove opportunità. E Marione, disciplinato, ha anche firmato il quarto gol in un copione di gara abbastanza prevedibile: gran possesso di palla viola. Assedio totale. Frosinone a difendersi buttando via il pallone tipo “viva il parroco”. Bravissimo Mati Fernandez, dal cui piede sono partite quasi tutte le azioni vincenti. Bravo Rebic, anche se un po’ intemperante e frenetico. L’espulsione contro il Lech (due giornate di squalifica in Euroleague) dovrebbe farlo meditare. Quasi perfetto Borja, diligente e utile Badelj. Manovriero Pasqual, che in Polonia dovrebbe lasciare di nuovo il posto ad Alonso. Eppoi? Basta.Non c’è bisogno di altro incenso. Il Frosinone? Non è una squadra di scarponi, anche se ha giocato con troppa paura di prenderle. A Torino, contro la Juve, ottenne un grande punto. Vai mister Roberto Stellone: se ci credi e giochi con meno timore puoi anche salvare la baracca. Auguri anche all’ex Diakitè, che ha abbracciato tutti negli spogliatoi, ed è rimasto mortificato dopo aver falciato Mati, provocando il rigore del tre a zero. Che Babacar ha trasformato con una “cucchiaiata” da non tentare mai quando il risultato è in bilico.
RENZI – Caccia ai tre punti. In tribuna d’onore, udite udite, anche Matteo Renzi e signora Irene, la professoressa di Pontassieve, stretti fra Andrea Della Valle e il sindaco Nardella. Paulo Sousa non sceglie la “Fiorentina sicura”, con Kalinic, ma fa turn over in vista dell’Euroleague di giovedì, a Poznan. Così si rivede Mario Suarez in mezzo al campo. E più avanti fiducia a Babacar, Rebic e Mati Fernandez. Viola subito con il piede sull’acceleratore. Babacar (4’) si accomoda un pallone servito da Rebic ma Zappino è piazzato bene e respinge. Il Frosinone, privato dei suoi fans da una decisione poco comprensibile dell’osservatorio sul tifo (sono solo una trentina nel formaggino con bandierina tipo Settimo cavalleggeri del generale Custer), si difende come da copione: anche buttando via la palla come 50 anni fa in parrocchia. Stellone l’aveva detto: temo la Fiorentina più di qualsiasi altra squadra perché è la più brava nel possesso di palla. Si prova a saltare l’uomo per mettersi in condizione di tirare. Badelj ci riesce (14’) ma la sua conclusione non è fortunata: sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra del portiere e finisce fuori. Replicano i laziali: Daniele Ciofani, l’attaccante (perché gioca anche suo fratello Matteo, terzino) si avventura in area viola con la sua mole possente. Un bisonte. Cade e vorrebbe il rigore. Rimedia solo una salve di fischi.
REBIC – I viola insistono. Babacar (18’) tira da distanza ravvicinata: Zappino fa di nuovo l’eroe e devia. Ma il gol è davvero nell’aria. Al 24’ Mati Fernadez va via sulla destra, vede Rebic appostato sull’angolo destro del limite dell’are e lo serve. La sua intenzione sarebbe un tiro cross, invece il pallone ha più forza, va a sbattere sul palo destro di Zappino, quasi sotto la traversa, e finisce dentro. Gol. Lui, Rebic, è il primo a non crederci. I compagni lo sommergono. In questo momento la Fiorentina ha virtualmente agganciato l’Inter in testa alla classifica. E’ di nuovo capolista. Il Franchi esplode. E non basta: il raddoppio arriva presto. Al 29’ Mati batte una punizione da fuori area, sulla sinistra, tacco di Gonzalo e palla in rete: due a zero. Tutto qui? No. Triangolo Mati-Baba-Mati, arriva Diakitè, robusto e sbrigativo ex viola, che lo stende. Rigore. Babacar sceglie il cucchiaio: il pallone va mollemente in rete, alle spalle dell’avvilito Zappino. Tre a zero.
SUAREZ – Tre gol in poco più di sei minuti: Fiorentina rullo compressore. Era prevedibile, considerata la differenza di forze in campo, ma per nulla scontato. Che dire? Molto bene Mati e Rebic, entrambi assai incisivi. E niente male, lasciatemelo dire, Marione Suarez. Là in mezzo, a far coppia con Badelj, fa filtro e si mette spesso al servizio dei compagni, suggerisce e riceve. Probabilmente sta facendo proprio quello che Sousa vuole da lui. Non basta: Marione segn anche. Al 43’ Suarez riceve un bel pallone dall’inesauribile Mati, avanza e batte per la quarta volta l’ormai sconsolato Zappino. Si va negli spogliatoi sul quattro a zero. Povero Frosinone! Ma bravi i viola, ottimi esecutori degli insegnamenti di Paulo Sousa.
“BELLISSIMA” -Erano sette anni che la Fiorentina non chiudeva il primo tempo in vantaggio 4-0. Il precedente in Ungheria (ottobre 2009) contro il Debrecen, in Champions. Finì 4-3… Per Sousa può anche bastare così. In avvio di ripresa toglie Babacar, che lamenta un risentimento muscolare, e manda in campo Verdù. Il ritmo cala, i viola non danno l’impressione di voler umiliare l’avversario. La curva Fiesole si spella le mani e canta: “Sei bellissima, fantastica, sempre insieme a te, Fiorentina olè…”. L’idea di ritrovarsi di nuovo al primo posto, anche se in coabitazione, elettrizza il popolo viola. Del resto non succede spesso. Anche Matteo Renzi si pavoneggia, si atteggia a portafortuna, lì in tribuna d’onore. Sousa movimenta la partita: inserisce Rossi e toglie Roncaglia. Pepito ha bisogno di giocare e questo non è un allenamento. Ma l’allenatore dà anche soddisfazione al terzo portiere: Luca Lezzerini, 20 anni (marzo ’95) debutta in serie A al 26’. Tatarusanu gli lascia il posto e gli dà un buffetto beneaugurante. Verdù va vicino al gol (38’): la traversa gli nega la soddisfazione. Ma è il povero Lezzerini che perde l’imbattibilità quasi subito: pasticcia Gonzalo, Longo tiene bene il pallone, serve indietro Frara che mette dentro. Vai Luca che non è nulla. Pepito vorrebbe vendicarlo segnando il quinto gol, ma Zappino glielo impedisce. Quattro a uno. Bene lo stesso: grande domenica! Che bell’effetto, per i viola, essere ancora primi della classe.
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