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Pensioni, Boeri a Rai3: ridurremo i vitalizi dei politici (del 50%) e imporremo contributi alle pensioni alte

Boeri e Renzi
Boeri e Renzi

ROMA – Partecipando alla trasmissione ‘in 1/2 ora’ di rai3, condotta da Lucia Annunziata, Tito Boeri, Presidente dell’Inps, ha tentato di fugare i timori per i buchi di bilancio dell’ente, ma ha anche fornito alcune interessanti precisazioni. Fra le proposte che presenterà al governo per la definitiva riforma delle pensioni ci saranno anche un robusto taglio ai vitalizi dei politici (fino al 50% per quelli superiori a 80.000 euro) e contributi per le pensioni più alte, che dovranno essere adeguate ai criteri seguiti per il sistema contributivo. Confermando così che Inps e governo se ne infischiano delle sentenze della Corte costituzionale e dei diritti acquisiti dai cittadini. Ma chiedo: siamo ancora in uno stato di diritto, oppure no?

BOERI – Il presidente ha iniziato dicendo: “La nostra idea è che vada fatta un’ultima riforma delle pensioni” guardando “alla sostenibilità sociale” perché “c’è un problema di iniquità che va affrontato”. E ha spiegato di avere presentato al governo a giugno “una proposta integrata” su previdenza e assistenza, facendo capire che, in prospettiva, il premier sarebbe d’accordo sulla sua linea. “C’è una attenzione molto forte da parte del presidente del Consiglio, più forte anche rispetto ad altri membri del governo direttamente investiti del tema”. Sull’assistenza “passi avanti” si sono fatti con la legge di Stabilità, “qualcosa delle nostre proposte è stato preso”. Non sulle pensioni: “In questo momento sono state trovate altre priorità,ma “c’è l’impegno ad affrontare la partita nel 2016. Mi auguro che venga fatta nel 2016 perché gli italiani se la meritano”.

VITALIZI – “Per i vitalizi i tagli sarebbero consistenti, pensiamo di equipararli alle pensioni per importi superiori a 80-85 mila euro l’anno. Si possono prevedere riduzioni anche fino al 50 per cento. La platea coinvolta, alla fine, è piccola, circa 200 mila persone”, ha precisato Boeri, elencando, oltre a politici, “dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato, altre categorie…”. Quelle indicate nella ricerca dell’Inps denominata “Porte aperte” pubblicata sul sito dell’Istituto e ampiamente pubblicizzata dai media. Categorie che hanno “avuto trattamenti di riguardo, soprattutto rispetto a quando andare in pensione”, e che hanno trattamenti pensionistici alti in rapporto ai contributi versati. “Ci sono persone che sono andate via presto e con pensioni molto alte, che hanno avuto dei regali per motivi elettorali” ha sottolineato il presidente dell’Inps. Peccato che, per quanto riguarda i vitalizi, la competenza a modificarli sia non del Governo o dell’Inps, ma del parlamento e delle assemblee regionali. Per quanto riguarda le pensioni ‘ricche’ ricordo invece che già alcune iniziative di tagli sono state dichiarate contrarie alla nostra Carta costituzionale dalla Consulta, che all’inizio dell’anno prossimo dovrebbe pronunciarsi nuovamente su questo tema.

PENSIONI D’ORO – Boeri è tornato a spiegare – a tal proposito – che bisogna intervenire sui trattamenti pensionistici alti avendo come riferimento, non l’importo della pensione, ma il rapporto tra i contributi versati e la pensione stessa, individuando quelle che in passato possono essere state “situazioni di privilegio”. “A chi ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore è giusto richiedere un contributo, anche se limitato, parziale…”, ha detto il presidente dell’Inps. Ma ha aggiunto anche un altro particolare importante, lasciandosi sfuggire la considerazione che la situazione di maggior favore e da correggere si verifica per quelli che, andando in pensione in periodo anticipato rispetto all’età stabilita, hanno goduto maggiormente dei benefici previsti da disposizioni particolari.

DECURTAZIONI – Il bocconiano presidente, come ho detto più volte, sembra ferrato in economia, ma poco in diritto. Se alcuni soggetti hanno legittimamente fruito di disposizioni di legge favorevoli è giusto cambiare le norme per il futuro, ma non è lecito disporre decurtazioni rilevanti per il passato, vanificando le aspettative e i progetti che gli interessati avevano immaginato e sulle quali contavano e contano di basare la loro esistenza da pensionati. È vero che nell’epoca del governo Renzi ogni iniziativa sembra divenire lecita (i sindaci sono fatti fuori nello studio del notaio e non in Consiglio comunale), ma nell’interesse di tanti pensionati si spera che ci sia un giudice anche a Roma. E non solo a Berlino.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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