
Sanità: Governo – Regioni, trovata l’intesa. Ma i governatori del centrodestra protestano

ROMA – Il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino conferma che è stato trovato, con il governo, un percorso condiviso: «Mi pare si sia definita un’intesa di percorso e per alcuni aspetti di merito che mi pare possa portare a condividere la legge di stabilità, che peraltro in una conferenza definimmo un bicchiere mezzo pieno».
Rimangono «due i problemi», continua: i 4,2 miliardi di tagli che derivano dal pregresso («due miliardi incidono per il minor aumento del fondo sanitario, il resto insiste sugli altri comparti»), mentre «il secondo tema è la sanità: c’è un aumento di un miliardo. I conti dicono che il costo complessivo da coprire è di 2 miliardi tra contratti, farmaci innovativi, Lea».
Il tema sarà trattato venerdì in consiglio dei ministri. Chiamparino non recede però sulle sue intenzioni di dimettersi dalla presidenza della Conferenza delle Regioni: «Dato che le mie dimissioni non sono legate alla Legge di stabilità, non c’è rapporto tra le due questioni e quindi sono confermate».
Ma anche fra le regioni continua la divisione fra schieramenti politici. Le regioni di centrosinistra valutano positivamente l’accordo, mentre i presidenti di centrodestra contestano: «Aria fritta: abbiamo ascoltato le solite promesse ripetute», il commento di Roberto Maroni al fianco di Giovanni Toti e Luca Zaia. «Abbiamo chiesto di aumentare il fondo (della Sanità, ndr) che è stato ridotto, e ci hanno detto di no, di attuare i costi standard, e ci hanno detto che faranno un tavolo che nel 2016 porterà qualche risultato».
