
Politica: Renzi, giro d’Italia preelettorale dal Veneto alla Calabria. E parla del Ponte sullo stretto
SCILLA – Un Matteo Renzi stile Nibali sta effettuando un suo personalissimo Giro d’Italia a scopo preelettorale, nell’ultimo weekend pre-amministrative. Da Venezia a Trieste e infine la Calabria per rilanciare con mezzo miliardo di euro il piano periferie e riaprire, in maniera netta, il progetto del ponte sullo Stretto. Un tour per ribadire che, mentre «altri chiacchierano noi passiamo ai fatti» con l’obiettivo di «non sprecare più il bello che c’è nelle nostre Regioni», dal Friuli Venezia-Giulia alla Calabria. Ed è sulle infrastrutture che il premier, prima di buttarsi nella settimana elettorale con comizi a Torino, Milano e Roma, vuole puntare.
SABATO ITALIANO – Il racconto della giornata di sabato 28 maggio è fatto dallo stesso premier, in quello che lui su Twitter definisce «un sabato italiano» (nel quale ad accompagnarlo c’è anche la moglie Agnese), e parte dalla Biennale di Venezia, dove Renzi annuncia la firma di un decreto governativo che dà 500 milioni alle periferie e che si inscrive nel piano «per ogni euro in sicurezza un euro in cultura» rilanciato dall’Italia anche in Ue dopo gli attentati del Bataclan. I fondi sono «operativi ora tocca ai sindaci fare progetti credibili», spiega poi il capo del governo da Scilla, dove arriva dopo aver firmato il protocollo d’intesa per il recupero dell’area del Porto Vecchio di Trieste. E in Calabria Renzi inaugura il ponte elettrico di Terna che unisce – con 600 milioni di risparmi in costi energetici e moltiplicando le capacità e l’utilizzo delle rinnovabili – Sicilia e Calabria. Per il ponte, quello che dovrebbe permettere ad auto e treni ad alta velocità di arrivare senza stop da Torino a Palermo ci sarà invece da attendere. «Bisogna essere credibili», osserva Renzi dimostrando, però, di crederci più che mai: «l’alta velocità non può fermarsi a Eboli».
PONTE – A proposito dell’infrastruttura più discussa, il ponte sullo Stretto di Messina, afferma: «È un’opera fattibile, i nostri ingegneri sono tra i migliori al mondo ma la affronteremo solo dopo aver completato le opere» ancora in corso in Sicilia e Calabria, a partire dall’autostrada Sa-Rc, sottolinea Renzi inaugurando, nei pressi di Scilla, l’elettrodotto Terna che unisce proprio l’antica Trinacria al continente.
SUD – Dalla Calabria, il capo del governo ripunta i fari sul Sud: «il Mezzogiorno può ripartire, il governo ci crede, con buona pace di chi diceva che l’aveva dimenticato», scandisce il premier elencando, dal G7 in Sicilia l’anno prossimo alla festa del Pd di fine estate che si terrà forse in provincia di Ragusa, terra di Montalbano, i ‘grandi eventì che ha pensato per il Meridione. Eventi e opere che, nel suo piano, dovranno servire a riaccendere l’orgoglio del Sud e di un Italia «capace di opere straordinarie», proprio come il Vincenzo Nibali che nelle stesse ore si prende il Giro. È un racconto capillare, quello di Renzi, per tentare di far uscire il Paese «dalla logica e dalla retorica per cui al Sud non si riescono a fare le cose» ma che ha, di fatto, come obiettivo finale la vittoria del cruciale referendum d’ottobre su una riforma costituzionale «che semplifica, riduce i costi e i tempi della politica» laddove – rimarca – il fronte del No vuole mantenere «un sistema di inciuci e ingovernabilità».
