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Firenze, Renzi alla festa de l’Unità: «Il referendum lo vinciamo, ma non è il mio»

Matteo Renzi intervistato da Gianni Riotta alla festa de l'Unità, a Firenze
Matteo Renzi intervistato da Gianni Riotta alla festa de l’Unità, a Firenze

FIRENZE – Folla e clima da stadio alla Festa de l’Unità alle Cascine all’arrivo di Matteo Renzi. Contestatori? Quasi nessuno. Soltanto un gruppo che contesta l’Europa, soprattutto la Bolkenstein. Ma Renzi mostra il solito piglio spavaldo. Intervistato da Gianni Riotta, il premier parte dalla ferita più fresca, ancora apertissima. Per quasi due ore, il premier parla, parla, parla. Obiettivo? Convincere tutti che al referendum si deve votare sì. Gioca in casa, ossia a Firenze, si permette di tutto. Qualche volta anche in contrasto con il buon gusto. Ma tant’è: ancora una volta sa di giocarsi tutto. Ripete che, se anche dovesse perdere, non andrà via. Ma è ovvio che se la gioca. E allora eccolo, Matteo Renzi, in presa diretta.

TERREMOTO – “Ricostruiremo tutto com’era e dov’era. E’ stata una cosa tremenda. Sono rimasto colpito dalle polemiche sulle lacrime di Agnese ai funerali. Chiunque avrebbe fatto fatica a trattenerle. Ma c’è un tempo per le lacrime e uno per ricostruire e scommettere sul futuro. Mi piacerebbe che questo Paese potesse far tesoro delle disgrazie. Il rischio zero non esisterà mai. Ma l’alluvione, il dissesto, il terremoto è quando tutti insieme senza polemiche di parte, mettiamo i soldi che servono e mettiamo a posto i nostri fiumi, le nostre periferie. Poi litighiamo su tutto il resto. L”Italia ritrovi l’orgoglio di essere Italia. Non basteranno cinque o dieci anni: è un lavoro che non porta voti, ma che bello fare una cosa che prima ancora che da politici ci vede impegnati come padri e madri. E c’è un sacco di gente che dalle opposizioni ci ha detto di si. Abbiamo messo i migliori e abbiamo anche aperto la sala verde ai sindacati…. Quando me lo ha fatto notare la Camusso le ho risposto ”tranquilla stasera la chiudo”…”.

Il padiglione strapieno: sta parlando Renzi
Il padiglione strapieno: sta parlando Renzi

ROMA – Quindi il problema del Campidoglio. Renzi: “A Virginia Raggi dico che siamo pronti a dare una mano. Non faccio nomi e cognomi ma c’è una parte dell’Italia che gode nel raccontare quello che non va, i problemi, e quando tocca a loro risolverli… . Io non nego che le difficoltà ci siano ma ladifferenza è che io voglio superarle. Quando vedo le difficoltà di Roma non sono contento”. Le Olimpiadi? “Se Raggi non firma Roma si taglia le gambe. Occasione da non perdere, prevalga buon senso. Roma ha una chance, noi siamo in pole position. Se Raggi firma il documento della candidatura di Roma la città ha una occasione straordinaria di mostrare il suo volto. Sarebbe un’occasione da non perdere spero prevalga il buonsenso, che si abbia la forza e il coraggio, ma se Raggi non firma Roma si taglia le gambe perché c’è anche bisogno del futuro”. USA – Il presidente degli Stati Uniti? Renzi: “Va bene chiunque, basta sia donna… La Siria? Ci sono condizioni perchè Usa e Russia chiudano l’ accordo sulla Siria prima della nuova presidenza americana. Mi auguro questo, mi auguro che possa accadere velocemente”.

REFERENDUM – “Non fischiate chi sostiene il no: ci sono e sono i benvenuti perchè siamo convinti che la democrazia è una cosa bella”. All’alzata di mano di chi si è detto per il no sono partiti alcuni fischi dei sostenitori del sì. Quindi l’attacco ai professori che mettono in guardia dal ritorno del fascismo se vince il sì. “Bisogna darsi una regolata su questo. I grandi esperti di Costituzione ci facciano il piacere di leggersi la riforma: non si riducono gli spazi di democrazia, ma si riducono le poltrone, la tempistica delle leggi, si rende l’Italia più agile e pronta al futuro”.

AIUTO – Sul voto per il referendum: “So che voi vorreste personalizzare: ma dovete leggere il quesito, perchè se passa il sì le cose cambiano, se vince il no le cose restano così per 20 anni. Chi ci crede ci dia una mano, faccia comitati. Io vi dico che quando abbiamo iniziato a fare la Leopolda sembrava che il Paese fosse immobile, fosse impossibile cambiare su tutto. Nel giro di tre anni qualcosa è cambiato. Oggi c’è una legge sui diritti civili in Italia che non c”era: c’è una legge sul terzo settore, oggi c”e” una battaglia contro il precariato, 585 mila posti di cui due terzi a tempo indeterminato. Queste cose che sembravano impossibili non le ho fatte io, le ha fatte l’Italia, tutti insieme. Si diceva: è impossibile superare il bicameralismo paritario, noi la vogliamo superare la riduzione del numero dei parlamentari la soppressione delCnel, il titolo V, una riforma che abbiamo fatto noi sbagliando e dando troppe competenze alle Regioni”.

D’ALEMA – Renzi si sbilancia sul leader Maximo: “D’Alema ce l”ha con me perchè non l’ho nominato alto rappresentante della politica estera europea. Io ero disposto a farlo ma per quel ruolo ci voleva una donna, quindi la Mogherini, e anche se si tagliava i baffi se ne sarebbero accorti… Ma il punto centrale è che io non credo si possa fare una battaglia politica per un risentimento personale: si fa politica per sentimento, non per risentimento”.

VINCERE – E infine il premier attacca: “Questo referendum si vince e si vince bene, ma bisogna mettersi a lavorare tutti. Non è il mio referendum. siamo partiti da Firenze per cambiare l’Italia, che volete che sia vincere questo referendum… E la politica è una cosa bella, non dimenticatelo”.

 

Festa de l'Unità, matteo renzi, referendum


Ernesto Giusti


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