
Sochi: nell’aereo precipitato il Coro dell’Armata rossa, nessun superstite

FIRENZE – Il Natale è stato segnato già da una tragedia: un aereo Tu-45 dell’esercito russo è caduto nel Mar Nero mentre era diretto in Siria.
A bordo c’erano 60 membri del celebre Coro dell’Armata Rossa, che continuava quello fondato nel 1928 e che ormai era una leggenda. Insieme ai membri del coro c’erano otto membri dell’equipaggio, nove giornalisti, il responsabile del dipartimento culturale del ministero della Difesa Anton Gubankov, otto militari, due funzionari civili e un’altra personalità, Elizaveta Glinka, conosciuta ome “Doctor Liza”, responsabile di un’associazione di beneficenza. Nessun superstite.
L’ensemble era parallelo a quello che si è esibito con gran successo all’Opera di Firenze lo scorso 7 novembre. Infatti non è, come si è creduto in un primo momento, il Coro dell’Armata Rossa MVD (dipendente dal Ministero dell’Interno) a essere morto nella tragedia aerea del giorno di Natale (anche il papa, per il quale questo coro ha cantato, in un primo momento ha creduto si trattasse di loro, ma l’Alexandrov Ensamble, pure già Coro dell’Armata Rossa, dipendente dal Ministero della Difesa. Il generale e direttore Victor Eliseev ha fatto le condoglianze ai familiari dei componenti dell’Alexandrov Ensemble (http://www.choeursdelarmeerouge.com/).
Pierluigi
Condoglianze al popolo russo.
Da quando gli atti di terrorismo sono stati divisi in buoni e cattivi, non c’è più rimedio.
Dovremo tenercelo come la globalizzazione totale, che nel complesso ha portato più danni che benefici.
Auguri fino al prossimo TIR.