Firenze, processo Credito cooperativo fiorentino: il pm elenca le prove della bancarotta. Denis Verdini in aula
FIRENZE – Una trentina di finanziamenti in danno dei creditori, sarebbero fra le prove della bancarotta della Bcc,
Credito Cooperativo Fiorentino, fallita nel 2010. Finanziamenti che avrebbero a depauperare il patrimonio del centenario istituto di credito che ebbe sede a Campi Bisenzio (Firenze). E’ quanto ha sostenuto, proseguendo la
sua discussione per la terza udienza, il pubblico ministero Luca Turco al processo che vede imputato il senatore di Ala Denis Verdini, più altre 42 persone. Denis Verdini, presidente della banca per 20 anni, ha seguito anche oggi in aula.
Il pm ha continuato a elencare, uno per uno, i casi di finanziamenti a società, per lo più immobiliari e riconducibili a interessi degli imputati tra cui i costruttori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. Finanziamenti che per l’accusa vennero erogati dalla banca o su contratti preliminari basati su operazioni fittizie o, comunque, su contratti non
corretti, per irregolarità di vario tipo. In buona sostanza, secondo l’accusa la somma di queste operazioni, portata avanti negli anni, ha avvantaggiato una galassia di società – alcune anche fallite, poi, nel tempo – contribuendo a svuotare il patrimonio del Ccf.
Il pm ha anche messo in luce presunte carenze nei controlli della governance della Bcc Credito Cooperativo Fiorentino (cda, revisori, direzione generale, presidenza) laddove si sarebbe dovuta porre il problema, facendo verifiche, di operazioni incaute oltre le normali prassi del sistema bancario e talvolta a favore di società debitrici già in forte difficoltà. Il pm Turco ha anche detto che quando in alcuni casi i denari venivano restituiti, o si trattava di rimborsi tardivi, essendo già manifesta l’insolvenza delle società debitrici, oppure di rientri finalizzati a rinnovare l’ottenimento di altri prestiti che non escludono altre distrazioni patrimoniali a danno della banca.
Prossima udienza, l’11 gennaio: proseguirà la sua discussione il pm occupandosi delle iniziative editoriali che ruotarono
intorno a Denis Verdini, fra cui Il Giornale della Toscana e la presunta truffa allo Stato per avere i finanziamenti pubblici destinati all’editoria. Denis Verdini ha fatto sapere al tribunale che forse sarà assente a causa di impegni al Senato.