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Firenze: sciopero generale del settore tessile-abbigliamento-calzature e manifestazione in concomitanza con Pitti Uomo

FIRENZE – Venerdì 13 gennaio sciopero generale di 8 ore in tutto il settore tessile-abbigliamento (420.000 gli addetti in oltre 47.000 imprese) e in quello delle calzature (80.000 addetti in più di 5.800 imprese) per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro 2016-2019, scaduti entrambi ormai da oltre dieci mesi.

Nella stessa giornata a Firenze, in concomitanza con l’importante evento della moda italiana «Pitti Uomo», si tiene la manifestazione nazionale dei sindacati con il comizio conclusivo dei segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, rispettivamente Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani. Arriveranno a Firenze in migliaia  per la manifestazione nazionale Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in concomitanza con «Pitti Uomo», l’importante evento della moda italiana.

Concentramento ore 09.30 Piazza Cavalleggeri, poi corteo per Corso Tintori, via dei Neri, via dei Leoni, piazza San Firenze, via Condotta, via Porta Rossa, piazza della Repubblica, via Brunelleschi, via dei Pecori, via dei Vecchietti, piazza Santa Maria Maggiore, via Cerretani, via Panzani. Comizi conclusivi in Piazza dell’Unità Italiana intorno a mezzogiorno.

«Dopo mesi di trattative – accusano le tre sigle sindacali – l’associazione imprenditoriale confindustriale Sistema Moda Italia (Smi) conferma la sua inaccettabile proposta di un modello salariale in cui eventuali aumenti retributivi verrebbero misurati ex post alla durata triennale del contratto».
«Il modello che ostinatamente Smi-Confindustria ci ripropone non è il nostro modello – incalzano i segretari generali Miceli, Colombini, Pirani -, non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno. La nostra storia contrattuale è una storia importante ed ha una tradizione di relazioni industriali che va rispettata, non tradita».
Non dissimile la situazione nel settore calzaturiero, dove a Bologna il Consiglio generale di Assocalzaturifici-Confindustria ha rilanciato richieste normative – in particolare sulla flessibilità contrattuale e sulle festività di sabato e domenica – che il sindacato ha respinto al mittente, ritenendo che non vi siano più le condizioni per proseguire il confronto.

 

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