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Equipaggi a cavallo della Forestale

Corpo Forestale: ricorsi contro l’incorporamento nell’Arma dei carabinieri. Si attendono le pronunce dei TAR

ROMA – Gli appartenenti al glorioso Corpo Forestale dello Stato hanno lottato fino all’ultimo per evitare l’accorpamento nell’Arma dei carabinieri, ma la volontà di Renzi è stata più forte e dal 1 gennaio 2017 la riforma voluta dal rottamatore è diventata realtà. Dopo centonovantaquattro anni di storia, il Corpo forestale dello Stato non esiste più: per effetto della legge Madia di riforma della pubblica amministrazione, dal primo gennaio le sue funzioni sono state quasi per intero trasferite all’Arma dei Carabinieri.

RICORSI – Ma i forestali e i loro sindacati non si arrenderanno facilmente, tanto che una pioggia di ricorsi, è pronta a invadere i Tribunali amministrativi. Quello di Latina, già adito in via preventiva da centinaia di appartenenti al Corpo, si pronuncerà a breve. Ma intanto, con decreto del Presidente in data 13 dicembre 2016, ha già disposto, in via cautelare, la sospensione dell’efficacia della nota protocollo 88869 del 24 novembre 2016 a firma del Capo del Corpo Forestale dello Stato avente ad oggetto: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2016, recante: determinazione del contingente del Corpo forestale dello Stato che potrà avvalersi della facoltà del transito ad altra amministrazione statale.

Molti altri ricorsi sono in preparazione, i documenti sono già pronti, devono solo essere inoltrati: agenti di vario ordine e grado stanno pensando di opporsi in massa ai trasferimenti e, soprattutto, all’incorporamento forzato in un’istituzione militare. In prima linea il Sapaf, il maggior sindacato del Corpo guidato da Marco Moroni, che non intende mollare la presa nonostante sia ufficialmente sciolto.

Prima della riforma, infatti, la Forestale era un’istituzione civile. I ricorsi verranno depositati in tempi brevi cavalcando i ritardi dei decreti attuativi della legge. I settemila ex agenti del Corpo vanno per la maggior parte a confluire nell’Arma dei Carabinieri, e assumono un nuovo ruolo militare: componenti del “Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri. Non è solo l’Arma che ha accolto gli ex forestali. In 30 si arruolano nella Guardia di Finanza, 120 vanno a fare parte del Corpo dei Vigili del Fuoco, 123 finiranno tra le fila della Polizia di Stato. Dove 117 di loro si occuperanno della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Sono stati selezionati tenendo conto della «frequenza dello specifico corso di formazione di attività di ordine pubblico in assetto e della minore età anagrafica», si legge nella circolare del Viminale che comunica il loro trasferimento nel «Reparto Mobile più vicino alla attuale sede di servizio».

Una buona parte dei forestali dunque rischia di essere trasferita lontano da casa, anche a 200 km di distanza, per raggiungere i reparti mobili situati nei capoluoghi. L’accorpamento della Forestale nei Carabinieri è stato voluto dalla riforma Madia soprattutto per un contenimento della spesa pubblica. La trasformazione promette di assicurare una maggiore efficienza dei costi di gestione e risparmi fino a 100 milioni di euro in tre anni. Ma sicuramente il gioco non vale la candela e alla fine le spese, le disfunzioni e i disagi supereranno i presunti vantaggi. un’altra delle riforme renziane che si avvia al fallimento.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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