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Firenze, Ataf: «Il dipendente che non può andare in pensione». Lettera aperta dell’avvocato D’Antonio

Un autobus dell’Ataf

FIRENZE – Una vicenda che vede un dipendente Ataf contro l’Azienda potrebbe sconfinare da vicenda giudiziaria anche in caso amministrativo, nel senso di richiedere l’attenzione del Comune di Firenze, e, se del caso, davanti alla Corte dei Conti. E’ quanto sostiene l’avvocato Pierluigi D’Antonio, specialista in diritto del lavoro, che ha scritto a Firenze Post per illustrare la storia attraverso la nota che pubblichiamo.

L’avvocato D’Antonio si riferisce al caso del dipendente Ataf S. C., operaio meccanico di 55 anni,  che – spiega il legale –  «nel 2008  venne ingiustamente accusato di furto di gasolio ma all’esito della vicenda venne assolto con formula piena per non avere commesso il fatto. Successivamente S. C. ha chiesto ad Ataf il risarcimento per i danni patiti a seguito dell’ingiusta accusa subita, e da allora si sarebbero verificati alcuni episodi che, a mio modo di vedere, meritano segnalazione: come assegnazione di ferie che risulterebbero forzate, turnazione senza rotazione con i colleghi, assegnazione di turni in violazione della legge 104/92 di cui è titolare per gravi problemi di salute della madre, con cui abita. Infine, e questo è il punto che ritengo nodale, gli sarebbe stata negata la possibilità di accedere all’incentivo per andare in pensione».

E ancora. L’avvocato D’Antonio aggiunge: «Nel 2012 Ataf Gestioni aveva inoltrato ben due comunicati  nei quali offriva al personale la possibilità di beneficiare, su richiesta individuale, dell’opportunità di ottenere un’incentivazione all’esodo volontario. La richiesta doveva essere inoltrata entro il 7 gennaio 2013. Il dipendente S.C. ha inviato nei termini la richiesta per andare in pensione ed ottenere l’incentivo all’esodo che nel caso del lavoratore ammontava ad euro 36.393,98 lordi. L’Azienda, contrariamente a quanto indicato nei comunicati al personale, aveva proposto al dipendente un incentivo all’esodo di soli euro 15.000 lordi. Alle obiezioni del lavoratore circa la non adeguatezza dell’importo Ataf non ha mai replicato e si rifiuterebbe di affrontare la questione economica, preferendo mantenere in servizio il lavoratore avendo corrisposto, fra retribuzioni e contributi,  un importo assai superiore a quello che avrebbe sborsato se avesse acconsentito al pensionamento. A ciò si aggiunga che Ataf non ha mai ritirato la comunicazione al personale e, quindi, continua a fare accedere alla pensione i lavoratori che, avendone diritto per anzianità contributiva, ne fanno domanda. Completo il quadro informando di aver predisposto anche una nota da inviare alla Corte dei Conti e al Comune di Firenze. Perché? Ravvedo in tutto questo anche uno spreco di denaro».

Questa è la versione dell’avvocato Pierluigi D’Antonio. Firenze Post si limita a rendere pubblico il fatto e naturalmente è pronto, su richiesta, anche ad ospitare un’eventuale replica di Ataf. Come sempre, per completezza dell’informazione.

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