Firenze: tramvia in Piazza Duomo, il Comitato cittadini area fiorentina contesta il progetto
FIRENZE – A margine delle discussioni e delle polemiche sul futuro del tunnel Tav fiorentino e della stazione Foster, è tornato fuori anche il discorso della realizzazione della tramvia leggera che colleghi il centro cittadino passando da Piazza del Duomo, infrangendo così l’area pedonale renziana. Il Comitato cittadini dell’area fiorentina ci ha inviato in proposito un documento che volentieri pubblichiamo:
«A riproporre il vecchio passaggio della tramvia dal Duomo c’erano stati dei refoli autunnali per i quali maggioranza e alcune opposizioni in Comune (Forza Italia e Firenze Riparte a Sinistra) avevano respinto, con posizioni diverse, un ordine del giorno del M5S e di Fratelli d’Italia che chiedeva la definitiva cancellazione di qualsiasi passaggio della tramvia dal Duomo (sopra o sotto). Poi, dopo la caduta del governo Renzi, si è levato un robusto grecale, alimentato sulla stampa dalla sinistra dem e dalla parlamentare PD Elisa Simoni, a favore della vecchia soluzione. Intanto il gruppo Firenze Riparte a Sinistra chiedeva la cancellazione della variante Valfonda-Lavagnini-Libertà e il ritorno alla soluzione originaria. A tutti costoro il Sindaco Nardella non poteva che dire no: traffico e cantieri nel 2017 (e nel 2018) saranno peggiori che nel 2016 e la città non sopporterebbe nuovi calvari circolatori.
Ricordiamo che 9 anni fa un referendum consultivo approvò una moratoria dei progetti tranviari con un 53,84% per la Linea 2 e un 51,87% per la Linea 3 su un totale di 124.206 votanti pari al 39,35%. Quel referendum non produsse alcun dibattito pubblico, provocando invece la cancellazione del passaggio della tramvia dal Duomo. Ma al di là di una elementare questione di democrazia, del tutto assente nelle dichiarazioni di questi tifosi del tram purché sia, ci preme qui ripetere considerazioni di carattere più generale già fatte in passato.
Ammettendo con molte riserve che accessibilità e vivibilità del quadrante nord ovest traggano vantaggio dalla realizzazione delle Linee 2 e 3, più di metà della città continuerà a rimanere esclusa dal servizio. Le relazioni Est Ovest; uno dei più gravi e storici problemi di Firenze, neanche affrontato, peggioreranno, sia nel trasporto pubblico che in quello privato, in seguito alla compromissione dei nodi circolatori di Libertà, S. Marco, Fortezza e Stazione SMN. Anche attuando il passaggio dal Duomo gran parte del Centro non sarebbe raggiunto. E’ probabile quindi che il transito del tram più che riportare i fiorentini e la residenza in Centro, segnerebbe una ulteriore estensione del modello periferia alla Città antica e il rafforzamento di un turismo mordi e fuggi. Si tratterà poi di valutare l’effetto che l’anello tranviario avrà sulla vitalità dei commerci e dei servizi attorno alla Stazione, anche considerando che il parcheggio sotterraneo, a cantieri chiusi, diventerà praticamente inaccessibile.
Quanto già realizzato con la Linea 1 nella parte di Centro storico compresa tra l’Arno e via Alamanni e quanto in cantiere attorno alla Fortezza confermano le peggiori previsioni. Il progetto definisce solo la ristretta area dei binari trascurando completamente la riqualificazione dello spazio pubblico circostante, e si caratterizza per interventi improvvisati sulla circolazione, sulla sosta e sulle connessioni con il resto dei servizi pubblici. Come temevamo ovunque passi la tramvia gli alberi vengono abbattuti senza alcun riguardo per il patrimonio vegetale esistente.
La città dovrà presto fronteggiare l’entrata in esercizio di tre mezze radiali tranviarie cercando di compensare i gravi squilibri che si determineranno nel sistema della mobilità. Occorrerà rivedere i servizi esistenti a scala metropolitana e rinnovare profondamente il trasporto pubblico anche attraverso una plausibile utilizzazione della rete ferroviaria. Intanto ci rallegriamo per la posizione autonoma espressa sulla questione dal M5S , ribadita anche il 23 gennaio. Auspichiamo però che una simile indipendenza di giudizio si estenda a tutta la questione della mobilità metropolitana. Ciò non può non riguardare il dibattito sul fallimentare progetto del Passante AV, opera attualmente in ostaggio di logiche di scambio politico, come dimostra il completo dietrofront di Nardella sulla stazione Foster. L’alternativa di superficie infatti (impatto ambientale a parte) non differisce dalla soluzione sotterranea per quanto riguarda il modello di funzionamento del Nodo ferroviario e la localizzazione della fermata in linea. Errori analoghi questi che, nel loro prolungato fronteggiarsi, stanno producendo mostruosità.
Per evitarle occorre ridurre la confusione, l’approssimazione e la propaganda, promuovendo un confronto competente e plurale sull’assetto del Nodo ferroviario, che verifichi tutte le alternative in maniera omogenea, sintetica e comprensibile a tutti».