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Economia: Sconti fiscali per le banche in difficoltà, nuovo regalo del governo. Protestano gli industriali

ROMA – Una nuova norma prevista dalla manovrina rischia di accendere una polemica politica perché in sostanza va a beneficio delle banche in difficoltà con esborsi a carico del contribuente. Lo spiega molto bene un articolo a firma Alessandro barbera e Luca Paolucci pubblicato su la Stampa in edicola oggi 7 maggio. «È stato un caso», assicura il sottosegretario all’Economia con delega alle banche, Pier Paolo Baretta. Sta di fatto che la modifica dei parametri dell’Ace (sigla che sta per Aiuto alla crescita economica) previsto dalla manovrina rischia di rivelarsi un boomerang, una brutta figura, un maggiore onere per le casse dello Stato e un regalo per le banche in crisi.  Per Monte dei Paschi un regalo di oltre un miliardo (oltre a quelli già buttati in passato). Protestano gli industriali, che sostengono «A noi solo tasse». Gli incentivi dell’Ace, introdotti nel 2012, dovrebbero premiare gli imprenditori che investono nell’impresa, concedendo uno sgravio fiscale sugli apporti di capitale effettuati. La norma originaria prevedeva che il beneficio poteva essere cumulato negli anni a partire dal 2011. L’articolo 7 del decreto 50 (la cosiddetta «manovrina») lo limita agli ultimi cinque esercizi e riduce l’aliquota dello sgravio. L’effetto è quello di aumentare la base imponibile e dunque le tasse per le imprese. Per questo Confmdustria ha pesantemente criticato le decisione. In realtà gli industriali sono fra i maggiori beneficiati delle politiche di Renzi e quindi dovrebbero stare zitti, mentre le proteste più alte le dovrebbero fare pensionati, lavoratori e risparmiatori truffati o danneggiati dalle banche in difficoltà.

Il meccanismo invece, involontariamente secondo il sottosegretario, premia quelle banche che hanno avuto consistenti aumenti di capitale e forti perdite negli ultimi esercizi. Per le quali l’effetto è infatti radicalmente diverso e si traduce in un beneficio immediato, che tenderà a neutralizzarsi negli esercizi successivi. Alcuni istituti hanno infatti accumulato fuori bilancio ingenti crediti fiscali (Dta), effetto delle pesanti perdite subite negli anni. La modifica dell’Ace, aumentando la base imponibile, aumenta anche la recuperabilità di queste poste. Mps ad esempio ha 1,15 miliardi di Dta fuori bilancio e con il nuovo Ace – sempre che non venga modificato in sede di conversione del decreto -, l’effetto positivo sul patrimonio netto è di 891 milioni di euro. Benefici analoghi si prevedono anche per la Popolare di Vicenza e per Veneto Banca.

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