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Monete da 1 e 2 centesimi: non è un affare abolirle. E non rimettiamo i voucher: gli imprenditori rispettino i contratti

Abbiamo dato notizia su Firenze Post, qualche giorno fa, della decisione della Commissione Bilancio della Camera di sospendere,  dal 1 gennaio 2018, le monete da 1 e 2 centesimi. Nel titolo avevamo aggiunto che c’era il rischio di un arrotondamento dei prezzi al rialzo. Un centesimo, o due centesimi, sembrano nulla presi nel loro piccolo, ma sommati a tanti arrotondamenti da 1 o 2 centesimi si fanno cifre importanti. Arrotonda oggi, arrotonda domani, in fondo all’anno si fanno decine o centinaia di euro. Che rischiano di diventare nuovi balzelli surrettizi a danno del consumatore, secondo me assai penalizzato da quando è cominciata la crisi. Una crisi capace di penalizzare tanta gente, ma anche di arricchire chi ha saputo approfittare di qualche situazione favorevole.

Il vecchio buono lavoro: non vanno trovato alternative. Serve il rispetto dei contratti di lavoro

VOUCHER – Per esempio, ho sempre storto il naso davanti ai voucher e mi auguro, indipendentemente da chi politicamente li vuole o non li vuole, che non vengano ripristinati sotto altre forme. Sostengo che i contratti di lavoro debbano essere rispettati così come sono. Senza sconti a favore degli imprenditori e senza danni a carico di chi lavora e ha diritto a una retribuzione giusta (garantita dal contratto, appunto) e da contributi regolari per la pensione. Così come non mi è piaciuta per nulla l’uscita del presidente di Confindustria, Boccia, che ancora una volta ha chiesto sconti sulle tasse per assumere. Anzi: ha detto di non volere nessuna tassa per chi assume. Balle! Sono anni che agli imprenditori vengono concessi sgravi fiscali per assumere e i posti di lavoro ottenuti sono pochissimi, con retribuzione spesso ridotta e quasi sempre a tempo determinato. Le tasse devono pesare su tutti. Equamente. Alcuni imprenditori si sono specializzati nel detto napoletano: «Chiagni e fotti». In questi anni, grazie alla benevolenza di tutti i governi, chi ha pianto ha guadagnato tanto. Fottendo tutti coloro (lavoratori dipendenti e pensionati) che sono costretti a pagare le tasse per via della ritenuta alla fonte. Ed è un’amara realtà quella che vede tanti datori di lavoro presentare denunce dei redditi inferiori a quelle dei dipendenti. Chiunque governi dica basta. Non è ammissibile che un lavoratore e un pensionato paghino fino all’ultimo euro e un imprenditore abbia sconti sul costo del lavoro, facendo alimentare il suo guadagno. Guardate che non sto sostenendo un’eresia: può darsi che eccellenti colleghi economisti abbiano da ridire, ma sono molto convinto di ciò che affermo. E non ho timore di condizionamenti perché Firenze Post è un giornale (non mi piace chiamarlo sito) del tutto libero e indipendente. Quindi non condizionabile.

MONETE – Ma torniamo alle monetine da 1 e 2 centesimi. Ho letto un interessante intervento di Vincenzo Donvito, esponente dell’Aduc che conosco da tanti anni. Anche lui si chiede se abolizione delle monetine ha davvero pochi effetti sulla vita di ognuno. E si risponde: «Certamente pochi sono gli effetti nell’immediato, ma non nel lungo periodo: i salvadanai o le ciotole in cui buttiamo queste monetine (incluse quelle da 5 centesimi), quando poi ogni tanto le andiamo a contare, sono comunque un gruzzoletto, quasi una sorta di regalo che ci sentiamo spinti a spendere come fosse un premio. Ma non lo è. Se pensiamo, per esempio, ai costi telefonici od energetici, l’unità dei misura del centesimo e’ fondamentale; certo, non li maneggiamo ed e’ tutto virtuale, ma il centesimo ha una sua determinante valenza. Così come ha valenza per i prezzi all’ingrosso e le trattative commerciali di ogni tipo. Valutiamo quindi negativamente la proposta di smetter di coniarli, e di lasciare mano libera alla fantasia dei dettaglianti per arrotondamenti che non potranno che essere a svantaggio del consumatore».

PREZZI – Ecco, io condivido il pensiero di Donvito. Il quale aggiunge che Paesi come Usa e Canada hanno da sempre monetine di questo conio e non ci pensano neanche lontanamente di farne a meno. Dobbiamo organizzarci per non farci sommergere dalla innegabile scomodità delle monetine. L’alternativa è rischiare di avere prezzi lievitati, magari a favore di qualcuno che ha imparato a ottenere vantaggi arrotondando i cartellini. E rialzando i prezzi.

Boccia, Monete, voucher


Sandro Bennucci

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