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Firenze: nel cortile di Palazzo Pitti debutta la «Cenerentola» di Rossini

Cenerentola 2 Foto Michele Monasta
La «Cenerentola» in scena a Palazzo Pitti (foto Michele Monasta)

FIRENZE – Debutta venerdì 9 giugno alle 21.15 nel Cortile dell’Ammannati di Palazzo Pitti il nuovo allestimento della «Cenerentola» di Gioacchino Rossini a cura del Maggio Musicale Fiorentino, primo evento della piccola stagione estiva che andrà avanti fino a fine luglio. L’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino sono diretti da Alessandro D’Agostini.

Le repliche, tutte alle 21.15, sono previste per giovedì 15, mercoledì 21, martedì 27 e venerdì 30 giugno.

Il libretto si ispira molto liberamente alla fiaba di Charles Perrault: la matrigna è sostituita dallo spassosissimo don Magnifico, intendente dei bicchier e presidente al vendemmiar; Cenerentola non ha la fata madrina, sostituita dal furbo Alidoro (filosofo e maestro del principe Don Ramiro) che, compresa quale sia la situazione in casa di Don Magnifico, organizza la festa e ci fa andare la ragazza elegantissima; il principe, che ne ha saggiato l’innocenza e la bontà in un rapido incontro all’inizio, è alla festa sotto mentite spoglie (quelle del subalterno Dandini, che sta recitando dall’inizio la parte del principe) e la sente rifiutare il finto principe perché innamorata dello scudiero (appena spregiato dalle sorellastre). Cenerentola non perde la scarpetta, ma dà al finto subalterno «un smaniglio», ovvero un bracciale, uguale a quello che tiene per sé e gli dice di andare a vedere chi ella sia veramente, per decidere se l’ama davvero. Naturalmente, il principe andrà alla casa di Don Magnifico e roconoscerà, fra gli stracci, l’amata, fino a quel momento convinta che il vero principe fosse Dandini il cameriere. Come preannuncia il sottotitolo (La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo), Cenerentola non approfitta della nuova condizione per vendicarsi, ma perdona tutti, chiedendo al principe di fare altrettanto («Sul trono io salgo, e voglio Starvi maggior del trono, E sarà mia vendetta il lor perdono», canta, e il lieto fine è indubbio, con buona pace di certa moderna regia d’opera).

Una visione realistica, quella del libretto, che la regista Manu Lalli sottolinea, facendo di Cenerentola la discendente di una famiglia colta (fin da bambina, nel canto del fuoco, legge di nascosto i libri rimastigli dalla biblioteca dei genitori).

L’allestimento è stato interamente prodotto “in casa”: le scene vengono dai laboratori del Maggio e lo stesso i costumi; la protagonista è José Maria Lo Monaco, già interprete del ruolo in diversi grandi teatri (a Firenze si è sentita come Ottavia nell’Incoronazione di Poppea sei anni fa); rodati nei rispettivi ruoli anche Marco Filippo Romano (Don Magnifico) e Giorgio Caoduro (Dandini), mentre le sorellastre sono le due ex-allieve dell’Accademia del Maggio Francesca Longari e Ana Victoria Pitts.

La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo. Melodramma giocoso in due atti. Musica di Gioachino Rossini. Libretto di Jacopo Ferretti dalla fiaba di Charles Perrault. Prima rappresentazione: 25 gennaio 1817 al Teatro Valle, Roma. Nuovo allestimento.

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Alessandro D’Agostini; Maestro del Coro Lorenzo Fratini; regia Manu Lalli. Scene Roberta Lazzeri, costumi Gianna Poli.

Angelina, detta Cenerentola: José Maria Lo Monaco, Don Ramiro, principe di Salerno: Matteo Macchioni, Don Magnifico, barone di Montefiascone: Marco Filippo Romano, Dandini: Giorgio Caoduro, Alidoro: Mirco Palazzi, Clorinda: Francesca Longari, Tisbe: Ana Victoria Pitts; inoltre Fata dei libri: Alice Chiaramida.

Biglietti da 20 a 90 euro in vendita anche online

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