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Migranti: Bonino e Ravetto concordano, l’invasione per colpa di Renzi

La vergognosa (e ridicola)  vicenda dei giri di valzer di Renzi sull’accoglienza dei migranti e i rapporti con la Ue, ha dato la sensazione che il leader Pd abbia perso la sua sicumera, se non proprio la bussola, e dovrebbe far riflettere seriamente gli italiani. Il rottamatore prima ha pubblicato (o fatto pubblicare) un post degno di Matteo Salvini sulla pagina facebook del Pd (Aiutiamo i migranti a casa loro) poi, subissato dalle polemiche, anche interne, ha cambiato nuovamente rotta, affermando che si era trattato di un incidente di cattiva comunicazione.  Nel frattempo Emma Bonino aveva aggiunto un carico da 90 sulla vicenda dichiarando che era stato proprio Renzi, da premier in carica, a barattare con la Ue l’accoglienza di tutti i migranti che attraversavano il Mediterraneo in cambio di una maggiore flessibilità sul bilancio. Che in effetti è stata concessa. Reazione furiosa di Renzi che, come suo solito, scarica le colpe sugli altri (che c’entravano poco), ricordando che gli accordi di Dublino, anch’essi messi sotto accusa, erano stati sottoscritti dai governi Berlusconi e Letta.

In realtà l’Ansa ha certificato quel che si è detto: nel sottoscrivere il piano operativo per l’operazione Triton organizzata da Frontex (Agenzia europea per le migrazioni) il governo Renzi ha accettato quella clausola capestro.

Infatti la Bonino non demorde e aggiunge che è sì vero che Dublino parla di approdo ma poi si negoziò – «E’ verissimo che il regolamento di Dublino parla dei paesi di primo approdo ma quello che semplicemente sostengo e soprattutto sostiene il diritto internazionale del mare, è che se un migrante sale su una nave battente bandiera francese, per esempio, lo stato da considerarsi di primo approdo del migrante stesso è la Francia. E quindi le navi europee che fanno parte di Triton e adesso di Sophia, che battono bandiera di uno stato europeo, sono parte integrante di quello stato, sicché se un emigrante o un rifugiato viene salvato e preso su una nave francese, deve ritenersi approdato in Francia come stato di primo approdo». Così Emma Bonino, in un’intervista a Radio Radicale, torna sulla responsabilità nell’accoglienza con riferimento a quanto dichiarato dal segretario del Pd Matteo Renzi. «E’ questo che – sostiene l’ex ministro degli esteri – stabilisce il combinato disposto del regolamento di Dublino e del diritto internazionale del mare, mentre per ragioni che non so quali siano, probabilmente di negoziato, perché tutto si negozia in Europa, il protocollo applicativo prevede che il coordinamento è fatto dall’Italia e che tutti gli sbarchi devono avvenire in Italia. Punto. Non c’è niente di segreto, è stato pure scritto dai giornali tempo fa, questa è la situazione e ovviamente disfare un accordo a 27 è difficile».

Sul tema interviene anche Beppe Grillo, che sul suo blog si rivolge a Renzi chiedendo: fino a che punto hai svenduto Italia? – «Le rivelazioni di Emma Bonino confermate involontariamente anche da altri ministri del PD, sono l’elefante nella stanza. Sono proprio gli accordi indicibili sui migranti, ad opera di Renzi e Alfano, ad aver portato il Paese allo sbando». Lo scrive il M5S sul blog di Beppe Grillo che lancia tre domande, a riguardo, al segretario del Pd Matteo Renzi. «Vogliamo vedere le carte: cosa hai firmato, nero su bianco? Fino a che punto hai svenduto il nostro Paese per risparmiare (come sostieni tu) o per far guadagnare qualcuno (come invece sospettano tutti)? Se c’è un accordo sottobanco con l’Europa, abbiamo il diritto di conoscerne i dettagli; Quanti soldi ha elargito l’Italia alla Turchia per chiudere la rotta balcanica? Vogliamo sapere che tipo di rapporti ha il Pd con i finanziatori delle ONG. Chi sono coloro che mantengono i costosissimi servizi di tali organizzazioni, inclusi navi, aerei ed elicotteri? E questi hanno per caso finanziato anche le campagne elettorali del Pd?», si legge nel post. Una parziale risposta, come detto, è già arrivata, le altre dubito che arriveranno.

Replica anche Forza Italia con Laura Ravetto, che ricorda a Renzi, è colpa di Triton non di Dublino  – «Ho il dovere di smentire il segretario del Pd Matteo Renzi: la posizione di chiusura dell’Europa rispetto alla condivisione degli sbarchi dei migranti non dipende certo dal regolamento di Dublino – che rimane comunque nella sua versione rafforzata del 2013 un accordo scellerato per ben altri motivi – ma dipende bensì dalla deroga espressa che il governo italiano accettò nella sottoscrizione dell’accordo per l’avvio dell’operazione Triton nel 2014». Quella ricordata anche dalla Bonino, quindi le due versioni coincidono. Così Laura Ravetto, deputata di Forza Italia e presidente del Comitato Schengen, replica al segretario del Pd Matteo Renzi. Ricordiamo anche noi infatti che Triton è partita nel novembre 2014, quando già Re Giorgio imperante, con sua autonoma decisione, superando la volontà del popolo sovrano, aveva messo l’Italia nelle mani del rottamatore, il cui governo era entrato in carica nel febbraio 2014.

«Segnatamente – prosegue Ravetto -, nell’avviare Triton, l’Italia acconsentì che si derogasse a un principio fondante del diritto internazionale marittimo e cioè che se un migrante sale su una nave battente bandiera di uno Stato straniero quello è lo Stato da considerarsi di primo approdo del migrante stesso. Se il governo italiano non avesse accettato questa deroga e oggi si potesse applicare soltanto il regolamento di Dublino, i migranti soccorsi, ad esempio, da una nave spagnola dovrebbero ritenersi approdati in Spagna come Stato di primo approdo e, pertanto – continua -, non sarebbe potuto succedere quanto accaduto anche solo pochi giorni fa e cioè che una nave iberica si è arrogata il diritto di sbarcare tutti i migranti da lei soccorsi nei porti italiani, scaricandone poi la cosiddetta dublinatura sull’Italia. Personalmente – sottolinea la presidente del Comitato Schengen – denuncio questa situazione sin dal novembre 2014, a pochi giorni dall’avvio dell’operazione Triton – e non avevo certo bisogno di aspettare le dichiarazioni della Bonino – ma sono rimasta inascoltata. Oggi mi è chiaro che i Paesi europei si nascondano dietro a questo cavillo burocratico per sottrarsi dalle doverose corresponsabilità nella gestione dei flussi migratori».

Dunque non solo molti indizi concordanti fanno una prova, ma esiste il documento, il cui contenuto è riportato dall’Ansa, in base al quale praticamente il governo italiano (quello di Renzi) ha firmato la nostra condanna all’invasione, in piena coscienza di quanto sarebbe avvenuto.  Questo è accaduto nel 2014 quando Renzi, in cambio di sconti di bilancio e fondi da destinare all’accoglienza – che costituiscono poi il business di chi ha interesse (economico e politico) di far invadere le nostre coste – ha accettato la clausola che tutti i migranti raccolti dalle navi che battono in lungo e in largo il Mediterraneo fino alle coste libiche, fossero sbarcati soltanto in Italia. E così per le mire politiche di uno solo al comando e di un partito si rischia di mandare in rovina un paese e un popolo.

Dublino, invasione, migranti, renzi, triton


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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