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Vitalizi, taglio: ex parlamentari pronti alla class action contro i presidenti delle camere

ROMA – Gli ex parlamentari si apprestano a percorrere le vie della giustizia civile contro i presidenti di Camera e Senato, contro i Questori e tutti i membri degli uffici di Presidenza, rifacendosi patrimonialmente contro di loro se dovesse passare il taglio dei vitalizi. E’ quanto emerso in una affollata Assemblea degli ex deputati ed ex senatori, durante la quale il presidente dell’Associazione degli ex parlamentari, Antonelli Falomi è stato netto contro il progetto: «questa non è giustizia, è vendetta». Nella relazione Falomi ha ribadito le ragioni del no al ricalcolo retroattivo con metodo contributivo dei vitalizi degli ex inquilini di Camera e Senato, ribadendo la disponibilità al contributo di solidarietà.

Un ricalcolo retroattivo, ha spiegato, è incostituzionale perché viola il principio di affidamento, tanto è vero che la retroattività è stata esclusa in tutte le riforme delle pensioni, ed anche in quella dei vitalizi dei parlamentari del 2012. In tal senso, ha spiegato Falomi, «abbiamo, innanzitutto, contestato l’idea che si possa giustificare una delibera degli Uffici di Presidenza per evitare il giudizio di illegittimità della Corte Costituzionale. Una idea balzana, che conferma la consapevolezza da parte di M5s che il ricalcolo è incostituzionale. Se si fosse sinceramente convinti che il ricalcolo retroattivo sia una misura costituzionalmente corretta, non si capisce perché si ha così tanta paura del giudizio della Corte Costituzionale da tentare ogni strada per aggirarlo».

Ma ecco la novità: «Comunque si mettano l’anima in pace. Grazie al supporto di illustri giuristi – ha spiegato – di Presidenti emeriti della Corte, di avvocati importanti, abbiamo individuato le strade e gli strumenti per arrivare più velocemente possibile lo stesso all’Alta Corte. In più l’Associazione darà supporto logistico e organizzativo perché i ricorsi individuali abbiano forma collettiva».

Insomma una class action, ma non solo davanti alla Consulta, bensì anche davanti al Giudice civile per una azione contro tutti i membri degli uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento. «Si deve tener conto infine con il massimo scrupolo delle ricadute finanziarie delle inevitabili richieste di danni da parte di quanti, in base alle regole vigenti in passato, hanno rinunciato alla propria carriera professionale per mettersi al servizio del Paese o di quanti hanno assunto obbligazioni finanziarie alle quali non potrebbero più fare fronte. E chi sarebbe personalmente responsabile dei danni di decisioni illegittime? A questo proposito noi abbiamo sollevato il problema della responsabilità patrimoniale personale di quanti concorrono a decisioni che in sede giurisdizionale siano ritenute illegittime». E per le azioni civile, ha ricordato Falomi, non ci si può avvalere della immunità parlamentare.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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